Lo storico imprenditore dello scalo critica entrambe le cordate e contesterà a Losanna i due hangar, il sindaco di Lugano annuncia cifre 2020 in pareggio
Entrambe le cordate scelte dal Municipio di Lugano per la gestione privata dell’aeroporto pare non abbiano tenuto conto dell’imprenditore Dario Kessel proprietario di alcuni sedimi strategici allo scalo. O, perlomeno, abbiano sottovalutato una presenza storica che in passato ha già dato filo da torcere a Lugano Airport Sa (Lasa) e alla Città. A confermarcelo è lo stesso Kessel che peraltro preannuncia il ricorso contro la sentenza del Tribunale amministrativo federale che ha bocciato le sue censure sulla domanda di costruzione dei due hangar provvisori. Intanto, il sindaco di Lugano Marco Borradori chiarisce la questione dei termini posti per la presentazione della garanzia finanziaria di 10 milioni di franchi, rimanda al mittente le accuse di parzialità del gruppo di lavoro da parte di Stefano Artioli («a meno che non abbia le prove») e annuncia che nel 2020 i conti dell’aeroporto nella peggiore delle ipotesi finiranno in pareggio (cifre di dicembre permettendo).
Dario Kessel un’idea se l’è già fatta dei due gruppi e non è delle migliori e lo ha postato in Facebook: "Con questi personaggi (nei due gruppi) ci sarà da litigare con ricorsi e contro ricorsi e intanto l‘aeroporto langue, ma siamo in Ticino! Pure io devo continuamente usare l‘arma del ricorso per non farmi mangiare dagli ingordi! Infatti ambedue i gruppi cercano di sottrarmi i terreni con trucchi e trucchetti! Città di Lugano compresa!". Interpellato da 'laRegione' spiega: «Il mio avvocato è stato contattato dopo che un rappresentante legale di una delle due cordate si è rivolto alla banca per cercare, senza riuscirci, di comperare la mia ipoteca sui terreni. Questo mi ha causato problemi perché l’istituto di credito ha richiesto una perizia che fortunatamente ha però attestato un valore di 8 milioni franchi superiore a quelle effettuate in precedenza. Io chiedevo sette milioni di franchi per i miei terreni. Probabilmente anche l’altro gruppo si fatto avanti perché mi è giunta una richiesta di vendita a tre milioni (pari al valore dell’ipoteca) e posso immaginare siano stati loro». Da questi primi approcci, la premesse per una collaborazione e futura trattativa non sembrano esserci... «Se lavorano così significa che entrambi non sono interessati al bene dell’aeroporto. So che la cordata Marending-Artioli and Partner ha partner attivi allo scalo, uno dei quali (Ruag) ha anche una joint venture con me quindi... Dalla ristrutturazione del'esistente al rilancio del collegamento di linea con Ginevra ce ne passa: non si rendono conto che si faranno molto male» afferma l’imprenditore secondo cui, «il rapporto del gruppo di lavoro è stato dato al Caffé per screditare Marending-Artioli and Partner». L’imprenditore non nasconde le proprie perplessità e fra i due gruppi preferisce Marending-Artioli and Partner, anche se «il polo tecnologico, con la Supsi, l’avevo già proposto io nel progetto con Tarchini. Solo che non ci hanno voluto considerare e il polo tecnologico dell’aviazione sorgerà a Lodrino, quindi qui a Lugano-Agno è quantomai complicato». In questa costellazione, la prospettiva è che si allungheranno i tempi della concessione federale in mano della Città. Bisognerà fare comunque fare i conti con Kessel. Non è un aspetto irrilevante. Come dimostra la durata di quasi sette anni della vertenza con Lasa prima e il Municipio di Lugano ora per gli hangar provvisori. Vertenza non ancora finita visto che lo stesso imprenditore preannuncia un secondo ricorso al Tribunale federale.
Il rapporto del gruppo di lavoro chiamato a valutare le offerte di gestione dell’aeroporto potrebbe essere arrivato al ’Caffé’ tramite la cordata degli Amici dell’aeroporto: «Ce l’avevano detto che l’avrebbero reso pubblico e io ha informato il Municipio», osserva il sindaco di Lugano Marco Borradori che smentisce categoricamente la concessione del termine di 40 giorni alla cordata Marending-Artioli and Partner: «Nella Call for expression of interest c’era la richiesta ai concorrenti di presentare una garanzia finanziaria sufficiente per poter collaborare con l’ente pubblico per 33 anni. Il gruppo di lavoro ha definito in dieci milioni di franchi e autonomamente e senza coinvolgere il Municipio ha posto il termine del 18 dicembre perché avrebbe dovuto presentare il primo rapporto entro fine anno. Solo gli Amici hanno rispettato questo termine nei crismi giusti, provenienza dei fondi compresa. Perciò, secondo il gruppo di lavoro, gli Amici dell’aeroporto sono stati definiti l’unico gruppo idoneo nella ’classifica’ che ha allestito». Poi cos’è successo? «Quando il gruppo di lavoro ha presentato il rapporto al Municipio, la questione del termine non è piaciuta a tutti, perciò abbiamo convocato i primi quattro gruppi in due audizioni - risponde il sindaco -. La cordata Marending-Artioli and Partner ha presentato un progetto giudicato ottimo e quando abbiamo chiesto spiegazioni sulla mancanza della garanzia finanziaria, loro hanno sostenuto che non era nella Call e la richiesta del gruppo di lavoro è parsa arbitraria. Ma quando abbiamo insistito, le carte con tutti i crismi giusti sono arrivate dopo cinque giorni. Dispiace che il ’Caffé’ abbia interpretato il rapporto come se il Municipio non ne avesse tenuto conto. D’altra parte, la decisione politica spettava e spetta a noi».