Svizzera

Coronavirus, per marzo (forse) qualche timida riapertura

Il Consiglio federale teme le varianti. Uno senario prevede 15mila infezioni giornaliere. Da domani tamponi per chi arriva in Svizzera in aereo

Sarà ancora lunga . (keystone)
7 febbraio 2021
|

Secondo quanto riportato dalla stampa domenicale, il Consiglio federale rimarrà probabilmente duro su numerose restrizioni anti-coronavirus: nonostante il calo dei casi di contagio teme le nuove mutazioni. A marzo ci dovrebbe essere un'apertura solo molto limitata, scrive ad esempio la "NZZ am Sonntag", citando una persona ben informata dell'ambiente del Consiglio federale.

"Ci saranno allentamenti soprattutto in settori simbolici", ha detto la fonte. Al massimo, saranno dati "uno o due zuccherini": per esempio, potrebbero essere autorizzati a riaprire solo singoli negozi, zoo o musei, precisa.

Il Consiglio federale teme infatti che ci sarà un aumento consistente delle infezioni giornaliere da coronavirus a partire da marzo a causa delle varianti del virus. Uno scenario prevede oltre 15'000 infezioni al giorno, a fronte delle circa 1600 attuali.

Secondo la "SonntagsZeitung", il consigliere federale Alain Berset, responsabile della sanità, in occasione dei colloqui di venerdì a Casa Von Wattenwyl con i partiti di governo, ha presentato numerosi scenari per il seguito dell'epidemia di Covid-19 e la durata delle attuali restrizioni.

È così sembrato chiaro che alla fine di febbraio, il Consiglio federale intende mantenere le misure attualmente in vigore per le riunioni private, la chiusura di negozi e ristoranti, e i divieti di spettacoli e manifestazioni varie. Il copresidente del PS Cédric Wermuth, che era presente ai colloqui, lo ha confermato al giornale. Una lettera dell'UDC sostiene addirittura che Berset abbia annunciato ai colloqui Von Wattenwyl la continuazione fino all'estate delle attuali misure contro il SARS-CoV-2.

Da domani tamponi per viaggiatori e quarantena accorciata

Da domani saranno applicate regole più severe per i viaggiatori che arrivano in Svizzera in aereo. Dovranno mostrare un test Covid negativo prima di partire, ma la quarantena può essere ridotta da dieci a sette giorni in determinate circostanze.

Una decina di giorni or sono, il Consiglio federale ha deciso che un test PCR negativo sarà richiesto dall'8 febbraio per entrare in Svizzera per via aerea o da un paese a rischio. Questo test deve essere stato effettuato non più tardi di 72 ore prima. I bambini sotto i dodici anni sono esentati da questo obbligo.

Inoltre, i dati di quasi tutti i viaggiatori saranno ora sistematicamente registrati, indipendentemente dal fatto che arrivino in aereo, battello, autobus o treno. La Confederazione ha creato un nuovo modulo elettronico per questo scopo. I frontalieri sono esentati.

D'altro canto, l'esecutivo ha deciso di allentare la quarantena. L'isolamento di dieci giorni dall'ultimo contatto con un contagiato o dall'ingresso in Svizzera da una zona a rischio può ora essere abbreviato a sette giorni, a condizione che, trascorsa la settimana, un test dia risultato negativo. È però necessario anche l'accordo dell'autorità cantonale competente. Le quarantene si applicano anche ai bambini.

Fino alla scadenza effettiva della quarantena, la persona deve indossare sempre una maschera facciale e mantenere una distanza di 1,5 metri, tranne quando è a casa o in un hotel, per esempio.

A causa delle nuove regole le compagnie aeree si aspettano meno passeggeri. Swiss, per esempio, ha ridotto ulteriormente le sue offerte di volo. A Ginevra, il traffico aereo è stato ridotto al "minimo assoluto" fino alla fine di febbraio. Ma anche a Zurigo sono stati contenti ulteriormente i collegamenti.