Intervista al sindaco Curzio De Gottardi, che dopo 17 di Municipio si appresta a lasciare la politica comunale. 'Il Plr è pronto a difendere il sindaco'
Insieme ai colleghi leventinesi di Quinto, Airolo e Faido, Curzio De Gottardi (Plr) è uno dei sindaci di lunga data che si appresta a lasciare la politica comunale. Abbiamo raccolto le sue riflessioni in merito al periodo trascorso a capo del Municipio e alle sfide future di Lumino.
Signor De Gottardi, dopo 17 anni di Municipio, dei quali 16 nella funzione di sindaco, ha deciso di non ripresentarsi alle elezioni comunali del prossimo 18 aprile. Quale bilancio può stilare dei tanti anni trascorsi alla guida dell’esecutivo? Com’è cambiato Lumino dal 2004 a oggi?
Sono molto contento di quanto siamo riusciti a concretizzare. Dico siamo perché in un Comune come il nostro si riesce a lavorare in modo efficiente e concreto solo se si lavora in squadra. Ho avuto la fortuna di collaborare con colleghe e colleghi competenti e molto motivati oltre che con una squadra di cancelleria di prim’ordine. Abbiamo lavorato molto sulla qualità dei servizi pubblici e investito in importanti progetti infrastrutturali, pur riuscendo a migliorare la situazione finanziaria riducendo il debito pubblico e abbassando il moltiplicatore d’imposta. Lo abbiamo fatto applicando una politica di sviluppo sostenibile, cosa non semplice per un Comune come il nostro. La popolazione è costantemente aumentata e gli insediamenti si sono intensificati. Lumino ha però mantenuto le sue caratteristiche di Comune con una densa vita di paese, caratterizzata da enti molto attivi come il Patriziato, la Parrocchia e l’Istituto scolastico, ma anche da molte società sportive e culturali che alimentano costantemente la vita del Comune.
Quali sono i progetti realizzati che più le hanno dato soddisfazione? Quali invece i rimpianti?
Le soddisfazioni sono tante: siamo riusciti a costruire la nuova scuola, investimento importante anche dal punto di vista finanziario; a lanciare il progetto di valorizzazione del centro del paese e realizzare alcuni progetti per altri punti d’interesse come il sagrato dell’incantevole chiesetta di Bertè. Si è investito molto nell’ammodernamento delle canalizzazioni, nella rete di distribuzione dell’acqua potabile, abbiamo sistemato i posteggi e favorito mobilità lenta e trasporto pubblico, nonché migliorato il doposcuola nonché i servizi sociali. Siamo stati innovativi ottenendo il primo label Gold della Città dell’energia in Ticino. Qualche rammarico c’è. Nonostante alcuni interventi pianificatori puntuali, abbiamo faticato a contenere l’euforia degli investimenti nelle costruzioni che in alcuni casi ha portato insediamenti poco armoniosi nel nostro tessuto urbano. Abbiamo inoltre faticato, anche se ora siamo vicini al traguardo, a lanciare la revisione totale del piano regolatore.
Quali saranno le sfide più importanti del futuro?
A corto e medio temine bisogna affrontare gli effetti dell’emergenza sanitaria. Come detto abbiamo investito molto, in chiave quasi anticiclica, ma è chiaro che la crisi avrà un impatto negativo sul gettito e causerà un aumento dei costi a sostegno delle persone. Questo porterà a un peggioramento della situazione finanziaria. Il "nuovo" Municipio dovrà quindi prestare particolare attenzione all’evoluzione delle finanze e rivedere le priorità. La struttura del debito dovrà anche essere equilibrata allo scopo di sfruttare a breve i tassi d’interesse che sono vicini allo zero o anche negativi, ma dovrà anche assicurarsi contro un loro probabile rialzo a lungo termine. Inoltre, andranno trovate vie per rafforzare le entrate del Comune con strategie per favorire la crescita del gettito d’imposta, ma anche altre fonti d’entrata. Insomma, le sfide non mancheranno.
Nel 2015 la cittadinanza di Lumino aveva deciso di non aggregarsi alla nuova Bellinzona. Il Municipio di Lumino si era schierato per il no, mandando un volantino a tutti fuochi che evidenziava la serie di aspetti ritenuti critici: perdita d’identità, diminuzione dei servizi, distacco tra cittadino e autorità politiche, timori legati al futuro Piano regolatore o alla garanzia degli investimenti. È oggi ancora convinto che gli svantaggi dell’aggregazione superino i vantaggi?
Il dibattito sull’aggregazione è stato molto acceso e passionale. L’ho vissuto con intensità e le decisioni sono state difficili. Io sono ancora convinto che Lumino abbia fatto la scelta giusta. Detto questo è chiaro che siamo molto legati alla Città e all’agglomerato di Bellinzona, e quindi si collabora il più possibile per contribuire allo sviluppo dell’intera regione. E qui colgo l’occasione per ringraziare la Città. Infatti, nonostante la decisione di non aggregarsi, il Municipio di Bellinzona ha collaborato e collabora molto per trovare soluzioni equilibrate. Penso ad esempio alla convenzione per la polizia comunale o per la ripartizione degli utili dell’Azienda multiservizi Bellinzona. Anche con il Comune di Arbedo-Castione abbiamo una collaborazione intensa e costruttiva. Insomma, possiamo mantenere una certa indipendenza solo collaborando. Per il momento è una buona "formula" e funziona.
Qual è la speranza di vita del Comune di Lumino? A lungo andare le finanze attuali continueranno a garantire margine d'investimento oppure sarà necessario unire le forze?
Ha sollevato un punto centrale: è chiaro che l’evoluzione della situazione finanziaria è centrale per il futuro di Lumino come Comune indipendente. Come dicevo prima il Comune dovrà essere molto intraprendente, trovare soluzioni per aumentare le entrate e lavorare molto sulle priorità. Poi dipenderà anche dall’evoluzione del contributo di livellamento e dalle uscite “non controllabili”, per le quali è difficile fare una previsione. Insomma, una bella sfida.
Che dire invece dei Comuni della Mesolcina?
Anche con i Comuni della Mesolcina abbiamo un buon rapporto, soprattutto con S. Vittore che è il Comune confinante. I Municipi si incontrano regolarmente per discutere temi comuni e possibili progetti intercomunali, come ad esempio il progetto “terrazza sul Bellinzonese” che si prefigge di valorizzare la sponda destra dei monti e degli alpeggi di Lumino che sono raggiungibili con la teleferica “Pizzo di Claro” e, parzialmente, con la strada Giova. Da rilevare anche la collaborazione per l’importante progetto volto a realizzare la pista ciclo pedonale sulla tratta della linea della ex ferrovia retica Bellinzona-Mesocco.
Il prossimo 18 aprile il Plr di Lumino dovrà difendersi dal tentativo del Ppd di acciuffare il seggio più ambito dell’esecutivo. Tenuto conto dell’assenza di Curzio De Gottardi, sindaco che ha dimostrato di godere di un consenso importante, quanto crede che sarà difficile per il suo partito confermare sindacato e due posti in Municipio?
I nostri avversari politici hanno lavorato bene soprattutto nell’ultimo quadriennio e soprattutto dal punto di vista della comunicazione. Nel tempo la Sezione Plr di Lumino si era un po’ assopita forse per il lungo periodo di maggioranza assoluta e per la convinzione che l’intenso lavoro per gestire al meglio il Comune fosse sufficiente per mantenere o rafforzare il consenso al partito. Non è così o non è più così. La comunicazione è anche decisiva e i partiti devono essere piu dinamici anche da questo punto di vista. La sezione ha quindi reagito, è stata stimolata e in questo senso ben venga la concorrenza. La sezione ha quindi realizzato importanti cambiamenti, si è ringiovanita, ha ricreato una squadra forte, determinata ed entusiasta. Abbiamo anche avuto la fortuna che alcuni giovani, competenti, motivati e si sono trasferiti a Lumino. Penso ad esempio ad Alessandro Spano, già presidente dei giovani Plr ticinesi, Capo gruppo del Plr a Locarno e candidato Plr al Consiglio nazionale. Un esempio di un giovane che dato una svegliata alla Sezione ed è pronto a "difendere" il sindacato. Abbiamo quindi una squadra competente e motivata, un programma elettorale chiaro e concreto e siamo pronti a comunicare bene. Sono convinto che riusciremo a rafforzare le nostre posizioni.
Crede che la sua rinuncia a ricandidarsi alle comunali sia la fine della sua carriera politica, oppure non chiude la porta ad eventuali altre cariche in futuro?
Ho la fortuna di lavorare per un datore di lavoro, BancaStato, sensibile all’importanza della gestione della cosa pubblica e al lavoro di volontariato svolto nelle varie società sportive e culturali che arricchiscono il territorio e favoriscono la coesione sociale nel nostro Cantone. La Banca mi ha sempre stimolato e incoraggiato. Il lavoro di Municipale e sindaco mi ha però anche molto arricchito e ha rafforzato le mie competenze. Di recente ho avuto l’onore di essere nominato membro della Direzione generale e la responsabilità che questa funzione comporta richiede di concentrare tutte le energie per questo importante e complesso compito. E poi ho anche una splendida famiglia con tre figli che crescono. Quindi, almeno di stravolgimenti, credo sia proprio giunto il momento di passare il testimone.