Costerà globalmente 45 milioni di franchi (36 per la realizzazione) e sarà pronto nel 2028
Per la progettazione 9,5 milioni di franchi e altri 36 milioni per la realizzazione, con inaugurazione nel 2028. Sono alcune delle cifre del futuro Museo cantonale di storia naturale che sorgerà nel comparto Santa Caterina nel nucleo storico di Locarno. Il consigliere di Stato e direttore del dipartimento del territorio Claudio Zali e il capo della sezione logistica Giovanni Realini hanno incontrato i rappresentanti dei media per annunciare l'avvio della progettazione, con un messaggio al Gran Consiglio che verrà affrontato nel corso del 2021.
Il Consiglio di Stato ha approvato il rapporto finale del Collegio d’esperti – che conclude la procedura dei Mandati di studio in parallelo del 4 settembre 2020 e che propone l’ipotesi progettuale sviluppata dallo Studio d'architettura Guscetti di Minusio – e la richiesta del credito necessario per la progettazione della nuova sede del Museo.
“Il comparto di Santa Caterina a Locarno offre un’ottima soluzione in vista della realizzazione di una nuova struttura museale d’interesse scientifico, culturale e turistico, in grado di produrre vantaggiosi impulsi anche di natura urbanistica – ha spiegato Realini –. Creando uno stretto connubio tra storia, cultura, scienza e natura, questa operazione di riqualifica permetterà di rendere fruibile al pubblico uno spazio verde in un contesto urbano, inserendosi nella strategia di valorizzazione delle
proprietà dello Stato”.
Alla fine del 2017 il governo aveva deciso di trasferire il Museo dalla sua attuale ubicazione presso il Palazzetto delle scienze
di Lugano al comparto Santa Caterina in Via delle Monache in centro a Locarno, ha ricordato Zali. Tale scelta, in linea con le passate decisioni governative che già avevano individuato nel Locarnese la destinazione della struttura museale, era avvenuta tenendo conto di una pluralità di aspetti, tra cui la conservazione e la riqualifica di un importante comparto di
proprietà del Cantone Ticino (il cui risanamento era già previsto), la posizione centrale di cui gode, l’ottima accessibilità con i trasporti pubblici, a piedi e in bicicletta (anche nell’ottica del futuro nodo intermodale della stazione Ffs ubicato nelle vicinanze) e la possibilità di messa in rete con istituzioni scientifiche e socio-culturali analoghe quali, ad esempio, il Parco botanico delle Isole di Brissago, il Parco del Piano di Magadino, il Museo archeologico di Locarno, la Fondazione Bolle di Magadino, l’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio, Agroscope, il Dipartimento formazione e apprendimento della Supsi, la Biblioteca cantonale, Meteosvizzera e il progetto della Casa delle Valli.
Con l’approfondimento, nel 2018, dello studio di fattibilità erano emerse le peculiarità e il valore storico-culturale del complesso di Santa Caterina e la necessità di coinvolgere sin da subito gli esperti del settore, gli attuali fruitori del complesso e la Città di Locarno, anche per anticipare le tematiche pianificatorie e contenere i costi.
In seguito, nel 2019 si era deciso di avviare una procedura dei mandati di studio in parallelo al fine di garantire un inserimento armonioso della nuova realtà museale nel contesto pregiato e protetto e, quindi, di valorizzare l'intero comparto, coinvolgendo fin da subito tutti i portatori d’interesse. Tale procedura aveva anche permesso di verificare i costi di investimento e i tempi di realizzazione, come pure di identificare soluzioni urbanistiche e pianificatorie consone e qualificanti per l’inserimento del Museo nel comparto di Santa Caterina.
“Le proposte scaturite dai Msp (Mandati di studio in parallelo) affrontano con originalità e competenza il tema, confermando la possibilità d’inserimento della nuova struttura museale all’interno del Comparto, proponendo quattro diverse ipotesi di ubicazione con riflessioni e soluzioni alternative tra loro – hanno aggiunto i relatori –. L’ipotesi progettuale raccomandata fornisce un concetto urbanistico organico e gli elementi necessari per concretare la modifica del Piano particolareggiato del fondo. Contemporaneamente identifica le basi indispensabili per la preparazione e l’allestimento del concorso di progettazione.
In sintesi, l'impianto medievale del convento (impianto poi rivisto nel corso dei secoli, ma tuttora leggibile) resterà e sarà restaurato in modo conservativo e ospiterà uffici, biblioteca, laboratori e depositi. Nella fascia sud verrà costruito un nuovo edificio su più piani per l'esposizione museale (circa 5mila metri quadri), la caffetteria, l'ingresso e un bookshop. Ci sarà pure spazio per l'attuale istituto scolastico Santa Caterina, che quindi resterà all'interno del comparto. Una delle peculiarità, sarà il parco verde, aperto al pubblico, su una superficie di oltre 8mila metri quadri, che – con un investimento di 1,7 milioni di franchi – sarà abbellito e reso attrattivo. Uno spazio di svago e un polmone nel cuore della città.