Bellinzonese

Officine di Castione, piano industriale (solo) a metà 2021

Il Consiglio federale risponde in modo evasivo a Bruno Storni, evidenziando però la necessità di potenziare la manutenzione sul piano nazionale

Il consigliere nazionale socialista Bruno Storni (Ti-Press)
4 dicembre 2020
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Interpellare il Consiglio federale su cosa intendano fare le Ffs non è facile. Ne sa qualcosa il consigliere nazionale socialista Bruno Storni che dopo una prima interpellanza evasa in estate con una certa sufficienza (eufemismo) non si è perso d’animo e lo scorso settembre è tornato con nuove domande relative al dimensionamento della nuova officina di manutenzione ferroviaria prevista a Castione al posto del sito di Bellinzona. Alla seconda interpellanza, rimarcando che la competenza in questo campo è delle Ferrovie, Berna fornisce qualche indicazione in più sul tanto atteso piano industriale chiamato a indicare volumi di lavoro e braccia da impiegare: “Secondo quanto dichiarato dalle Ffs, la definizione delle prestazioni del nuovo stabilimento di Castione è ancora in corso e si concluderà presumibilmente solo verso la metà del 2021”. Con due anni di ritardo, dunque, rispetto alle prime scadenze risalenti ancora all'estate 2019, quando sono state fornite immagini del possibile capannone, ma non cifre.

Riserve oggi insufficienti

La seconda tornata di domande di Storni prendevano spunto dalle affermazioni fatte questo giugno dal nuovo Ceo delle Ffs Vincent Ducrot, secondo cui le riserve e la manutenzione di materiale rotabile non sarebbero sufficienti. Un problema cui si aggiunge il sensibile aumento dell’offerta ferroviaria totale (+42% di km percorsi nell’ultimo decennio) e dell’utenza (+72% dal 2000 a oggi) che secondo il consigliere nazionale ticinese ha richiesto anche alle Ffs un aumento e un uso più intenso del materiale rotabile. Tutto ciò farebbe dunque presupporre che, parallelamente, andrebbe di pari passo potenziato il settore manutentivo.

‘Singoli siti possono subire una riduzione dell'occupazione’

Ergo, c'è da chiedersi se siano da prevedere buone notizie per i 453 operai (di cui 112 interinali e 49 frontalieri) impiegati nello storico stabilimento turrito e che a Castione verrebbero ridotti di un terzo, in base alle informazioni fornite a suo tempo dalle Ferrovie. Il Consiglio federale tuttavia non si sbilancia e rispondendo premette che “il corretto dimensionamento degli stabilimenti di manutenzione rientra nell’ambito della responsabilità operativa delle Ffs”. Secondo le informazioni da loro fornite, prosegue, “nei prossimi anni a livello svizzero si assisterà a una crescita del numero di posti a tempo pieno per la manutenzione, a seguito dell’ammodernamento e dell’aumento del parco veicoli. Nonostante ciò, singoli siti possono subire una riduzione dell’occupazione”. E in effetti è quanto si teme per Bellinzona che passando a Castione scenderebbe, come sempre indicato, da 400 a 230 unità a tempo pieno. Lo stabilimento di Castione – ricorda dal canto suo il Consiglio federale – sarà destinato principalmente alla manutenzione di composizioni della flotta di Ffs Viaggiatori e delle locomotive di Ffs Cargo. Peraltro quest’ultima, annuncia Berna, “prevede di ammodernare e ampliare gli impianti di servizio a Chiasso realizzandovi un nuovo capannone”.

Viaggiatori e merci su del 40 e 30% entro il 2030

Ora, in attesa di conoscere i dettagli su Castione, Berna aggiunge che “le prospettive di traffico elaborate dalla Confederazione prevedono una crescita della domanda nel trasporto ferroviario di viaggiatori e di merci rispettivamente del 40 e del 30 per cento a livello nazionale entro il 2030”. Ma, ancora una volta, viene ricordato che “l’elaborazione di scenari per la manutenzione pesante e leggera è responsabilità delle Ffs”.

Storni: ‘Forse un cambiamento di rotta’

Leggendo fra le righe le dichiarazioni fatte sei mesi fa da Ducrot e le odierne risposte di Berna, Storni esprime un po’ di fiducia: «Sembrerebbe – ipotizza alla ‘Regione’ – che con la nuova Direzione le Ffs stiano rivedendo la pianificazione dei mezzi per la manutenzione. Risulta sempre più chiaro che invece di tagliare, come le Ferrovie fanno da anni, dovranno cambiare rotta e ricominciare ad aumentare personale, anche per la manutenzione». Ciò che lascia ben sperare per Castione. «È quindi più che opportuno, come già avevo richiesto in Gran Consiglio, adottare nuovi parametri per la costruzione del nuovo stabilimento – annota Storni – e non continuare con gli obiettivi concordati con Cantone e Città dall’ex Ceo Andreas Meyer che prevedevano 230 posti di lavoro tagliando un terzo degli attuali». Infine, il fatto che il piano industriale e il dimensionamento stiano richiedendo più tempo del previsto, secondo Bruno Storni è un buon segnale: «Probabilmente le Ferrovie si stanno rendendo conto che i programmi di Meyer vanno rivisti».

Le Ffs: ‘I 230 posti sono la base iniziale’

Di più, al momento, non si riesce a sapere nemmeno dalle Ferrovie stesse: “I 230 posti di lavoro a tempo pieno, come le Ffs hanno sempre ribadito, sono la base iniziale di occupazione nel futuro stabilimento di Castione”, ci risponde il portavoce Patrick Walser: “Oggi è prematuro dire se e come questa cifra aumenterà nel tempo”.

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