Presidenziali Usa 2020

Biden continua ad avanzare, ma Trump non ci sta

Scoppia il caso Arizona, con proteste e tensioni nella capitale. L'attuale presidente se la prende con Fox News. Fra i contendenti è sempre testa a testa

(Keystone)
5 novembre 2020
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"È chiaro che vinceremo abbastanza Stati per ottenere i 270 voti", ha affermato lo stesso Biden. "Ma non sono qui - ha aggiunto - per dichiarare che abbiamo vinto, ma solo per dirvi che quando il conteggio sarà finito riteniamo che saremo noi i vincitori". Donald Trump però non ci sta. E se la campagna elettorale del 2020 è stata una delle più tese e divisive della storia recente, il post-elezioni rischia di essere ancora peggiore, con la prospettiva di una battaglia legale infinita sul voto per posta e il conteggio delle schede, e un'incertezza che si teme possa sfociare anche in tensioni sociali e disordini.

La situazione non si sblocca

È sfida all'ultimo voto nei quattro Stati chiave dove ancora si contano i voti e che di fatto con un bottino in palio di 57 grandi elettori decideranno la partita tra Donald Trump e Joe Biden. Al momento ovunque è un sostanziale testa a testa. Il che finora ha impedito di chiamare il vincitore. In Georgia e North Carolina Trump è in vantaggio di un soffio, mentre in Pennsylvania guida di circa 3 punti. In Nevada invece avanti Biden ma con uno scarto di appena 0,6 punti. Occhi anche sull'Arizona (11 grandi elettori), che Fox News e Ap hanno già assegnato a Biden nella notte dell'Election Day, ma non altri media come Cnn, Nbc e New York Times: qui il vantaggio del candidato democratico, man mano che procede lo spoglio delle ultime schede, si va assottigliando ma resta di circa 2 punti.

Dopo aver vinto Michigan e Wisconsin Biden è a un passo dal raggiungere la soglia dei 270 grandi elettori necessari per conquistare la Casa Bianca. A seconda che si conti o meno l'Arizona ne ha ottenuti 264 o 253, contro i 213 di Trump.

Il caso Arizona

Detto fatto, è scoppiato il caso dell'Arizona, proprio con proteste e tensioni nella capitale Phoenix da parte dei sostenitori di Donald Trump. L'ira del presidente americano si è abbattuta pure su Fox New e sull'Associated Press, che nel corso dell'Election Night hanno già chiamato la vittoria di Joe Biden nello stato del sudovest che assegna un bottino di 11 grandi elettori. Altri media però - tra cui Cnn, New York Times ed Nbc - continuano a dare l'Arizona 'too close to call', dunque ancora da assegnare. Questo cambia i calcoli per la conquista dei 270 elettori necessari per vincere la Casa Bianca: perché nel primo caso Biden avrebbe conquistato 264 voti elettorali, mentre nel secondo solo 253, quando manca il risultato solo di un pugno di Stati. Per la Cnn in Arizona con l'86% dei voti scrutinati il candidato democratico è avanti di meno di 3 punti.

Trump, intanto, furioso avrebbe quindi chiamato l'amico Rupert Murdoch, proprietario di Fox, chiedendo di far ritrattare la sua emittente. Una telefonata infuocata, racconta Vanity Fair, con le urla del presidente che rimbombavano nei corridoi della Casa Bianca. Ma il magnate dei media si sarebbe categoricamente rifiutato di far fare a Fox marcia indietro.

La minaccia di Trump

La principale minaccia di Trump resta comunque il ricorso alla Corte Suprema, quella che lui stesso in quattro anni ha blindato con la nomina di tre giudici conservatori, plasmando una maggioranza di sei a tre che mette l'ala liberal dell'Alta Corte in netta minoranza. "Ci stanno rubando le elezioni, non lo permetteremo", ha attaccato il presidente, contestando il prosieguo dello scrutinio in Pennsylvania, Georgia, North Carolina, e proprio in Michigan e Wisconsin. E sollevando il sospetto di brogli e irregolarità. "La scorsa notte ero saldamente in testa in molti Stati decisivi. Poi, uno a uno, i vantaggi sono magicamente scomparsi", ha twittato, probabilmente riferendosi proprio al sorpasso di Biden in Michigan e Wisconsin e denunciando anche quella che ha definito una valanga di schede giunte "a sorpresa" nei seggi.

Intanto, la sua campagna ha annunciato un'azione legale in Michigan e Pennsylvania per sospendere immediatamente il conteggio dei voti fino a quando non sarà garantito allo staff del presidente un significativo accesso nelle stanze dello scrutinio, per controllare che tutto proceda regolarmente. Ed è pronta anche a chiedere il riconteggio dei voti in Wisconsin. È la strategia messa a punto nello Studio Ovale in frenetiche riunioni tra il presidente e i suoi più stretti consiglieri, una tattica mirata a creare una narrativa di frode elettorale nel caso i media dovessero dichiarare Biden vincitore. Trump insomma non ha alcuna intenzione di mollare, nonostante i suoi attacchi siano anche il segnale di un certo nervosismo.

Le reazioni

"Se il presidente ricorre alla Corte Suprema per decidere l'esito delle elezioni rischia una sconfitta imbarazzante", ha attaccato intanto la campagna di Biden. In teoria entro l'8 dicembre tutte le eventuali controversie sul voto dovranno essere concluse, perché pochi giorni dopo, il 14 dicembre, è il giorno del Collegio Elettorale, quando i 538 elettori dovranno eleggere formalmente il presidente.

Ma nelle ultime ore la speaker della Camera Nancy Pelosi, terza carica dello Stato, ha ribadito che a decidere sul presidente sarà proprio la Camera dei Rappresentanti del Congresso americano se, arrivati al 6 gennaio, dovesse perdurare la situazione di stallo. Proprio la Camera è rimasta in mano ai democratici, il primo vero verdetto dell'Election Day, mentre al Senato è un testa a testa con i repubblicani.