Lo ha deciso questa mattina il Consiglio federale. Da lunedì nell'elenco diverse regioni francesi e quella di Vienna, in Austria
Gli Stati confinanti non verranno inseriti nell'elenco dei Paesi a rischio che richiedono una quarantena. Lo saranno solo le loro regioni che superano il limite di 60 casi ogni 100mila abitanti sull'arco di due settimane, tranne quelle di confine. Lo ha deciso oggi il Consiglio federale. La modifica entrerà in vigore il 14 settembre, contemporaneamente verrà aggiornato l’elenco delle regioni a rischio che includerà anche 9 regioni francesi e quella austriaca di Vienna.
In generale, le persone che entrano dalle regioni di confine di questi paesi non devono essere messe in una quarantena. «Potrebbe esserci qualche eccezione solo in caso vi siano degli hot-spot importanti di virus –, ha precisato il consigliere federale Alain Berset –. Il nostro obiettivo non è bloccare tutto, ma trovare un modo per convivere con il coronavirus senza perdere il controllo dell'infezione».
Per questo, ha aggiunto Berset, «abbiamo cercato una soluzione pragmatica. L'approccio tiene conto delle differenti situazioni epidemiologiche delle singole regioni: è una pratica che, peraltro, viene applicata da altri paesi». Ci sono eccezioni anche per chi rientra da regioni a rischio: «chi deve recarsi per ragioni mediche o professionali per meno di 5 giorni in questi paesi o regioni, e rispettano il piano di protezione, non deve rispettare la quarantena. Così come gli sportivi e gli artisti che partecipano a competizioni o rappresentazioni».
Alle frontiere «non saranno previsti controlli ulteriori. Non è realizzabile e non è realista – ha precisato Berset –. Ci appelliamo alla responsabilità individuale: se non è indispensabile, non recatevi in paesi o regioni a rischio. Se dovete farlo, mettetevi in quarantena. Questo per preservare la capacità di tracciamento dei cantoni e, di riflesso, per evitare che le persone sensibili possano essere toccate».
I Cantoni si sono espressi prevalentemente in favore di questa procedura. Alcuni temono tuttavia che la nuova disposizione derogatoria per le regioni di confine comporti maggiori oneri e intacchi l’accettazione delle norme sulla quarantena, indica una nota odierna del Dipartimento federale dell'Interno (Dfi)
Dallo scorso giugno il numero dei contagi è in costante aumento in Svizzera: alla fine di agosto sono stati registrate 1'844 nuove infezioni la settimana, ossia 18 volte di più rispetto all’inizio di giugno quando i casi di contagio la settimana era stati 98. In Francia, il numero aumenta in misura ancora più marcata e si situa in quasi tutte le regioni ben al di sopra del limite di 60 casi per 100mila persone nell’arco di due settimane. Questo limite è stato superato anche in alcuni länder dell’Austria, come pure in diversi Cantoni svizzeri. «A mia conoscenza l'incidenza del Covid-19 è più alta a Ginevra che dall'altra parte della forntiera», ha precisato Berset.
Il Consiglio federale ha infine adeguato la base di calcolo della durata della quarantena. I Cantoni possono ora computare il soggiorno in un Paese senza rischio elevato di contagio prima del rientro e ridurre di conseguenza la durata della quarantena in Svizzera.