Estero

Trump lo ritiene terrorismo e minaccia di usare l'esercito

Il presidente invoca l'Insurrection Act del 1807 che gli dà il potere di dispiegare militari sul territorio Usa.

Un gesto, per molti una provocazione (Keystone)
2 giugno 2020
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Sono tra le immagini più drammatiche della storia recente degli Stati Uniti: il presidente che dal Rose Garden di una Casa Bianca blindata dai militari e assediata dai manifestanti definisce "atto di terrorismo interno" le proteste violente esplose in tutto il Paese dopo la morte di George Floyd, l'afroamericano ucciso a Minneapolis per mano della polizia. E pur di porre fine ai disordini Donald Trump minaccia di mobilitare l'esercito contro cittadini americani, invocando l'Insurrection Act del 1807 che dà a un presidente il potere di dispiegare militari all'interno del territorio degli Stati Uniti.

Lacrimogeni sulla protesta pacifica: voleva andare in chiesa

"Io sono il presidente dell'ordine e della legalità", ha scandito il tycoon, mentre in sottofondo si udiva l'eco degli spari dei gas lacrimogeni lanciati dalla polizia militare contro i manifestanti che, sfidando il coprifuoco, stavano però protestando pacificamente. "Il presidente ha il diritto di difendere il suo Paese e di proteggere la sua nazione. Non possiamo permettere che le proteste pacifiche vengano manipolate da anarchici di professione e gruppi antifascisti", ha affermato Trump. Solo poco più tardi si è capito il perché di una carica delle forze dell'ordine apparsa senza senso, usando anche proiettili di gomma e agenti a cavallo contro manifestanti fino ad allora innocui: finito di parlare alla nazione il presidente è voluto uscire a piedi dalla Casa Bianca per dirigersi verso la vicina St. John Episcopal Church. Dunque, l'area doveva essere sgomberata.

Ennesima provocazione

Giunto davanti alla chiesa Trump si è fermato, si è girato verso telecamere e fotografi e, alzando un braccio, ha sventolato la copia di una Bibbia: "L'America sta tornando grande", ha detto, prima di tornare sui suoi passi. Con lui, oltre a un foltissimo e preoccupatissimo gruppo di agenti del Secret Service, il capo del Pentagono Mark Esper, il ministro della giustizia Williamn Barr, la figlia Ivanka (l'unica con la mascherina) e il genero Jared Kushner. Ma non la first lady Melania. Quella andata in scena per molti commentatori è l'ennesima provocazione del tycoon . Di certo, la volontà di mostrare che lui, il Commander in Chief, non ha paura di niente e di nessuno. Perché la storia del presidente costretto venerdì sera a rifugiarsi nel bunker della Casa Bianca con moglie e figlio non gli è andata giù. È una vicenda che lo ha mandato su tutte le furie.

Settima serata consecutiva di proteste: 2 morti a Chicago

Intanto, sfidando il coprifuoco, le proteste sono andate avanti per la settima serata consecutiva in varie città. Due persone sono rimaste uccise durante i disordini a margine delle manifestazioni contro la violenza razzista della polizia a Chicago. Ancora non chiara la dinamica dell'episodio. Oltre 60 gli arresti. Alta tensione anche a Washington, dove nonostante il coprifuoco scattato da ore, centinaia di manifestanti hanno continuato a dimostrare circondati dalla polizia e colpiti con spray urticanti. In azione anche elicotteri militari. Decine gli arresti. Proteste e disordini sono in corso anche a New York, dove si registrano ancora episodi di vandalismo e saccheggi, a Dallas, ad Atlanta, a Los Angeles. A Buffalo, nello stato di New York, un'auto si è lanciata contro un gruppo di agenti provocando alcuni feriti. Ad Oakland, in California, arresti in massa dopo lo scattare del coprifuoco. Intanto il capo della polizia di Louisville, in Kentucky, è stato licenziato dopo che alcuni agenti hanno aperto domenica il fuoco contro i manifestanti uccidendo un afroamericano.