Entrata in funzione nel 1972, la centrale ha prodotto circa 130 miliardi di chilowattora di corrente. È la prima operazione di questo genere in Svizzera
Dopo 47 anni di servizio, oggi alle 12.30, verrà spenta definitivamente la centrale nucleare di Mühleberg, situata una quindicina di chilometri a ovest di Berna. Si tratta della prima operazione di questo genere in Svizzera.
Il vero smantellamento inizierà solamente l'anno prossimo. Si tratta di una procedura lunga e complicata, che durerà oltre dieci anni e che verrà effettuata dal gestore Bkw.
Più avanzeranno i lavori e più diminuirà il rischio di natura nucleare. Nel 2030 l'area sarà liberata da tutto il materiale radioattivo e quattro anni dopo, al posto della centrale, ci sarà un grande prato verde.
Bkw ha gestito l'impianto nucleare di Mühleberg per 47 anni, ricorda la stessa società in un comunicato odierno. Dalla sua messa in funzione il 6 novembre 1972, la centrale ha prodotto circa 130 miliardi di chilowattora di corrente, sufficienti a coprire l'attuale consumo di una città come Berna per oltre un secolo.
Il gestore ha continuato a investire per aggiornare l'infrastruttura e migliorare la sicurezza. Al momento del suo spegnimento, quindi, la centrale si trova al livello di tecnologia più avanzato nella sua storia.
La disattivazione dell'impianto avviene in maniera graduale: come da programma, nella notte tra il 19 e il 20 dicembre è stata separata dalla rete la prima delle due turbine. La seconda turbina seguirà poco dopo mezzogiorno. Il normale esercizio sarà interrotto definitivamente quando, alle 12.30, l'ultima barra di moderazione verrà fatta passare tra gli elementi combustibili, interrompendo così la reazione a catena e spegnendo il reattore.
Già il 30 ottobre 2013, Bkw aveva stabilito di gestire la centrale fino alla fine del 2019, per poi disattivarla. Grazie a questa decisione tempestiva, è stato possibile preparare e pianificare correttamente quello che è considerato il più grande progetto dell'azienda dai tempi della costruzione dell'impianto.
Bkw eseguirà la disattivazione principalmente con il proprio personale, ma ricorrerà a esperti e fornitori di servizi esterni con esperienza internazionale nello smantellamento di centrali nucleari per lo svolgimento di alcuni compiti altamente specializzati.
Anche se da un punto di vista tecnico lo smantellamento non è un'operazione sensazionale, poiché si tratta di qualcosa di già praticato a livello internazionale, in Svizzera si può parlare di opera pionieristica: "siamo i primi a smantellare una centrale nucleare", ha dichiarato ai media presenti a Mühleberg la direttrice di Bkw Suzanne Thoma.
Nonostante questo spegnimento, la Svizzera non deve temere per il proprio approvvigionamento energetico. A corto termine, il 5% che verrà a mancare sarà compensato con importazioni dall'estero e tramite un aumento della produzione delle centrali elettriche.
Per garantire importazioni sufficienti sul lungo termine, sarà necessario aumentare la capacità delle linee ad altissima tensione e dei trasformatori fra Bassecourt (JU) e Mühleberg, ha spiegato Swissgrid, la società nazionale che si occupa della rete elettrica.
Tale ampliamento, che fa parte del progetto Rete strategica 2025, presenta però ritardi a causa di alcuni ricorsi sul tracciato. L'Ufficio federale dell'energia (UFE) aveva approvato lo scorso agosto l'aumento della tensione da 220 a 380 kilovolt (kV).
Lo spegnimento odierno è visto anche come un'occasione per le energie rinnovabili, come quella del vento, ha sottolineato l'organizzazione di settore Suisse Eole. A suo dire esiste un numero sufficiente di progetti eolici che, insieme all'energia solare, possono garantire un approvvigionamento elettrico sicuro, locale e rinnovabile, senza nucleare.
Diversa invece la visione della Fondazione svizzera dell'energia (Schweizerische Energie-Stiftung, SES), secondo la quale la Svizzera è ancora lontana da un'uscita dal nucleare. Uno studio sul tema pubblicato oggi mostra che Mühleberg è un'eccezione, poiché il tipo di impianto rendeva più costoso un aggiornamento che uno smantellamento.
Le altre centrali nucleari elvetiche si trovano invece in situazioni ben diverse, secondo gli autori. A Beznau, Leibstadt (AG) e Gösgen (SO) per i gestori è molto più conveniente continuare l'attività e rinviare lo smantellamento finché possibile.