Per il delitto di Caslano, l'accusa propone la condizionale per il trattamento psichiatrico in una struttura chiusa
«Mi dispiace per quello che ho fatto»: ha risposto così il giovane imputato alla domanda su come ricorda la nonna oggi e nel periodo di carcerazione che gli ha posto la procuratrice pubblica Marisa Alfier prima di cominciare la sua requisitoria. Una requisitoria terminata con la richiesta di pena di 16 anni di prigione, sospesa con la condizionale a beneficio di un trattamento stazionario in una struttura chiusa.
Marisa Alfier ha ripercorso i fatti, l’orrore di quella notte nel paese di Caslano, dove un’anziana di 81 anni è stata rinvenuta morta carbonizzata tra le mura di casa. Un delitto assurdo quanto efferato messo in atto dal nipote prediletto che si era trasferito in Malcantone dopo la separazione dei genitori e i successivi dissidi con loro dalla Svizzera interna dove è cresciuto. La nonna, ha ricordato la pp, si prendeva cura di lui, gli preparava da mangiare fino a qualche giorno dell’assassinio.
Un assassinio figlio di una genitorialità difficile perpetrato nonostante il fatto che l’anziana gli stava dando quell’affetto necessario a uno sviluppo sano di ogni individuo.
L’imputato ha punito l’unica persona per dargli una lezione solo perché la donna da qualche tempo si era rifiutata di dargli soldi. Una vendetta a tutti gli effetti messa in atto con una violenza inaudita generata dagli ultimi dissensi, oltre che al consumo di cocaina e alcol. Dissensi che l’imputato ha interpretato come un tradimento in un’ottica conflittuale, ha proseguito Alfier che ha messo in evidenza che in realtà, quella notte, lui prese il martello dalla cantina della casa della nonne prima di presentarsi da lei e chiederle i soldi quella notte. Il giovane ha poi appoggiato alla parete il martello da mezzo chilo che ha usato solo quando la nonna gli ha ribadito il rifiuto con una ferocia è una freddezza indicibili. L’autopsia ha accertato almeno 16 martellate inferte alla testa dell’anziana, la maggior parte delle quali date quando la vittima era già morta. Non solo. Il giovane ha dato fuoco al corpo senza vita della donna e alla casa per cancellare le tracce delle sue azioni. Il suo obiettivo era quello di fuggire in Spagna il giorno dopo avendo ritirato dal suo conto i soldi che percepiva dall’associazione invalidità per il suo ritardo cognitivo.
L’avvocato Carlo Borradori, legale dell’accusatrice privata, figlia della donna uccisa e zia del l’imputato si è allineato alla richiesta della pp e ha presentato un’istanza per torto morale di 25’000 franchi.