Dopo 130 anni di attività, i 9 chilometri di rotaia verranno sostituiti. Stagione conclusa al ‘Fiore’, che ha registrato numeri ‘migliori del previsto’
Centotrent’anni di ‘lavoro’ instancabile. Quei 9 chilometri di cremagliera – da Capolago sino alla vetta del Generoso – hanno visto scorrere sopra di sé tanti, tantissimi convogli. E quindi, di riflesso, un numero enorme di turisti e di amanti della montagna. Dal 18 novembre, però, la cremagliera del 1890, poco per volta, andrà in pensione. Con un investimento da 22 milioni di franchi, infatti, Migros (grazie al Percento culturale) sostituirà il binario completo che conduce in vetta. All’incirca 2,2 chilometri all’anno per una scaletta che prevede, nel giro di quattro inverni (un quinto è di riserva nel caso il meteo facesse le bizze) il rifacimento della rotaia. E sabato, per suggellare l’importante progetto, il direttore della Ferrovia del Monte Generoso Lorenz Brügger, la vicedirettrice Samantha Martinelli, il capomovimento Massimo Bosisio e il sindaco di Mendrisio, Samuele Cavadini, hanno dato il primo simbolico colpo di zappa, interrando un pezzo della ‘vecchia’ cremagliera. Dopo i 25 milioni spesi per creare il Fiore di Pietra firmato Mario Botta, eccone ora altri 22 per giungere in vetta. E pensare che, se nel 1941, il fondatore di Migros Gottlieb Duttweiler non avesse acquistato la Ferrovia, quest’ultima sarebbe probabilmente stata smantellata. Il convincimento, dunque, è quello «di scrivere un’altra pagina della storia iniziata negli anni 40» ha commentato Brügger.
Una storia che ha portato la Ferrovia ad essere, oggi, «un fattore economico importante per il Mendrisiotto, anche per l’offerta turistica». Il direttore non esita a definirlo «un dono non solo al Mendrisiotto ma anche al Cantone e a tutta la Svizzera». D’altronde, gli ha fatto eco il sindaco di Mendrisio, «il Monte Generoso è un luogo molto amato da tutti gli abitanti della regione ed è splendido sapere che questi lavori permetteranno alle generazioni future di godere, ancora a lungo, della sua bellezza panoramica».
Il 18 novembre, come detto, cominceranno i lavori alla tratta. Questo fine settimana, invece, è terminata la stagione al Fiore di Pietra. Chiusi i battenti, sabato si è anche potuto stilare un bilancio dell’annata in vetta. Per Brügger, dati alla mano, «la stagione è andata benissimo. Molto meglio del previsto». Quella appena trascorsa, di fatto, è stata una «stagione molto ricca di esperienze, tanti test per capire cosa funziona e cosa no». Un periodo anche di analisi per prepararsi al meglio al prossimo anno che, per la Ferrovia e il ‘Fiore’, avrà inizio il 28 marzo. Proprio dai dati, un termine importante per stabilire la positività dell’esercizio, è stata l’affluenza. Inarrivabile, ovviamente, il numero di persone in vetta raggiunto due anni or sono, alla riapertura della vetta. Ma, rispetto al 2018, le cifre attestano una media giornaliera «del 5% superiore». Questo nonostante il tempo atmosferico abbia giocato la sua parte: «Ci sono stati diversi giorni brutti in corrispondenza delle festività, come ad esempio all’apertura, a Pasqua e a Pentecoste». A godere maggiormente della montagna sono i turisti della Svizzera interna (65-70%), poi i ticinesi (15%), gli svizzero romandi e gli italiani. Percentuali che daranno la linea guida, a livello di promozione, per i prossimi quattro anni: «Lavoreremo in primis sul mercato locale regionale, vale a dire Mendrisiotto e Ticino, senza dimenticare quello nazionale». Fuori dai confini elvetici «ci concentreremo ‘solo’, tra virgolette, su quello della Lombardia e della Germania del Sud». Il potenziale, di fatto, non manca.