Il vicesindaco Michele Bertini lancia l'idea. Sarebbe un valore aggiunto per la qualità di vita in una città e colmerebbe la lacuna nel comparto nord
«Credo che la Città debba assumersi la responsabilità di riflettere se non sia il caso di valutare l’acquisto del sedime ex Bsi)». Perché? «Per valorizzarlo come centro ricreativo, balneare e sportivo della zona nord di Lugano. Sarebbe un investimento negli spazi pubblici e a favore della qualità di vita di tutti i cittadini». Michele Bertini, vicesindaco di Lugano, municipale residente nel comparto Nord della Città, lancia l’idea di sondare l’ipotesi di acquisire l’ex sedime Bsi di Cadro (oggi di proprietà della banca zurighese Efg). Un’idea che dipende anzitutto dall’eventuale interesse dell’istituto di cedere la sua proprietà, per la quale ha però chiesto al Municipio di Lugano di modificare il Piano regolatore, presentando un concetto residenziale di qualità frutto del progetto vincente dopo il mandato di studio in parallelo.
Stiamo parlando di una superficie di 20’500 metri (di cui oltre 4’000 di bosco) che attualmente ospita l’ex centro sportivo, con edifici destinati alle principali funzioni di servizio, come il bar, la sala conferenze e le strutture sportive. Un’area che è in disuso da anni e che la banca intende riqualificare affinché possa essere realizzato un complesso destinato all’abitazione primaria nel quale si potrebbero inserire contenuti o abitazioni in parte di pubblica utilità, come residenze a favore di persone anziane autosufficienti.
«Non sappiamo ancora se Efg sia disposta a vendere, non mi risulta se ne sia mai discusso. La fruibilità degli spazi pubblici in un contesto urbano è un valore aggiunto di qualità di vita in una città. Ci sono sempre più richieste in tal senso e lo constato come titolare del Dicastero spazi urbani che in questi anni ha investito parecchio nella cura di parchi, giardini e nella valorizzazione del bosco – prosegue Bertini –. Un passaggio di proprietà del sedime, in un quartiere come Cadro, colmerebbe la lacuna che c’è nel comparto Nord della città (che comprende i quartieri di Pregassona, Cadro, Davesco-Soragno, Sonvico e Val Colla)». Al di là dell’accordo che favorisce prezzi di ingresso al centro balneare di Capriasca ribassati ai residenti nel quartiere cittadino di Val Colla, «la necessità di fruizione di spazi del genere per il tempo libero che determina come detto la qualità di vita dei residenti, è un’esigenza sempre più marcata – osserva il vicesindaco –. Questo in considerazione dei cambiamenti delle abitudini delle persone e delle trasformazioni dell’alloggio: per chi vive in appartamento, oggi, poter avere a disposizione parchi, giardini, piscine, luoghi dove svolgere attività sportive rappresenta un fattore qualitativo di una città. L’offerta di spazi residenziali è sicuramente un elemento importante, ma forse è un peccato proporre ancora appartamenti su un terreno del genere. Di appartamenti sfitti a Lugano ce ne sono già molti. Sarebbe fantastico se si riuscisse a destinarlo alla fruizione pubblica, anche perché la richiesta di spazi del genere è elevata da parte dei cittadini».
Dal profilo finanziario non sarebbe un’operazione troppo onerosa per la Città? «Per ora, la mia è un’idea. Chiaro che andrebbero valutati bene tutti i punti di vista, compresi gli oneri per l’acquisto, i costi di gestione e di manutenzione – risponde il vicesindaco –. Oggi, questi dati non li conosciamo. Ma, per una Città che guarda al futuro tenendo conto delle richieste e dei cambiamenti nelle abitudini di vita dei cittadini, questo potrebbe essere un investimento su cui avviare una riflessione. Una riflessione dalla quale potrebbe emergere che gli oneri per la gestione e la manutenzione dell’area sono ragionevoli proprio in virtù del carattere di investimento dell’operazione. Senza dimenticare che esistono modelli gestionali innovativi con la partecipazione delle società sportive che potrebbero aiutare a contenere le spese».