Svizzera

Liberiano alla sbarra a Bellinzona per crimini di guerra

Uccisioni illegali: la Procura federale dopo 5 anni d'inchiesta lo ha rinviato a giudizio davanti al Tpf per fatti risalenti al 1989-97

26 marzo 2019
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Dopo quasi cinque anni di istruttoria la Procura federale ha rinviato a giudizio un cittadino liberiano residente in Svizzera per crimini commessi nel suo Paese durante la guerra civile del 1989-1997. Il Ministero pubblico della Confederazione (Mpc) trasmette in tal modo per la prima volta al Tribunale penale federale (Tpf) di Bellinzona un atto d'accusa nell'ambito del Diritto penale internazionale, sottolinea lo stesso Mpc in un comunicato odierno. L'imputato viveva in Romandia da diversi anni quando, nell'agosto 2014, era partita l'istruzione penale nei suoi confronti; poco dopo era scattato anche il carcere preventivo. Ora gli viene contestato di avere violato, in qualità di membro di una fazione armata, le leggi della guerra. Sulla base di testimonianze raccolte dai procuratori elvetici l'uomo è accusato di aver ordinato di uccidere, ucciso per mano propria o partecipato all'uccisione di civili e di soldati all'infuori di un conflitto, profanato il corpo di un civile defunto, commesso una violenza carnale su una civile, ordinato il trattamento disumano di civili, reclutato e utilizzato un minorenne quale bambino soldato, ordinato diversi saccheggi, nonché di aver ordinato il trasporto forzato di beni e munizioni da parte di civili. I reati sarebbero avvenuti fra il marzo 1993 e la fine del 1995. Il presente rinvio a giudizio dev'essere esaminato nella prospettiva della lotta contro l'impunità internazionale per i crimini più gravi, scrive l'Mpc. Dal 2011 sono stati sottoposti più di 60 casi all'attenzione dei procuratori federali: per la maggior parte sono stati emanati dei decreti di non luogo a procedere o di abbandono. Sono attualmente pendenti una dozzina di procedimenti penali per crimini di guerra, genocidio e crimini contro l'umanità.

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