Luganese

Caso Brocchi: entra in scena un nuovo perito

La Corte dei reclami penali respinge il ricorso dell'ex maestro di Montagnola ed ex sindaco di Gentilino accusato di coazione e ripetute vie di fatto su diversi alunni

ti-press
5 settembre 2018
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Nuovo perito è stato chiesto e nuovo perito sarà. La Corte dei reclami penali ha, infatti, respinto il ricorso inoltrato dall’ex docente di scuola elementare a Montagnola (ed ex sindaco di Gentilino), Mauro Brocchi, accusato di violazione del dovere di assistenza o educazione, coazione e ripetute vie di fatto nei confronti di alcuni alunni nel corso di diversi anni scolastici. Un periodo, secondo l’accusa, lungo, tanto che non poche ipotesi di reato sono cadute in prescrizione.

Ed è proprio il trascorrere del tempo (un anno dal rinvio, lo scorso ottobre, del decreto d’accusa al Ministero pubblico da parte del pretore Siro Quadri, che chiedeva ulteriori mezzi di prova, e a quasi quattro anni dagli ultimi fatti che aveva portato Brocchi all’allontanamento dalla cattedra) a preoccupare le famiglie coinvolte che chiedono a gran voce una sentenza. I tempi si fanno, infatti, sempre più stretti per evitare la prescrizione, senza contare che Perugini ha annunciato per il 31 gennaio la data del suo pensionamento, magistrato che era già subentrato al dimissionario Nicola Corti.

Un possibile passo avanti sembra, dunque, essere la conferma alla nomina del nuovo perito, il professor Claudio Della Santa, direttore del Dipartimento formazione e apprendimento della Supsi di Locarno, voluto da Perugini per ottenere “un’autorevole e scientifica valutazione sui comportamenti segnalati dai genitori di vari allievi di scuola elementare affidati al docente, con particolare riferimento alle possibili esposizioni a pericolo del loro sviluppo fisico o psichico”.

In particolare il magistrato inquirente – che aveva sottoscritto un decreto d’accusa nel luglio 2017 a carico di Brocchi al quale quest’ultimo si era poi opposto, portando dunque il caso sui banchi della Pretura nel settembre dello scorso anno – ha chiesto all’esperto “se i comportamenti dell’imputato Brocchi segnalati dai genitori di vari allievi di scuola elementare affidati al docente (in particolare per quelli di anni 8 all’epoca dei fatti, ovvero per il periodo settembre 2014-23 novembre 2014) erano tali da costituire esposizioni a pericolo del loro sviluppo fisico o psichico e, se sì, in base a quali elementi e criteri pedagogico-scientifici”.

La nomina del professor Della Santa era stata contestata dall’ex insegnante (chiamato successivamente a lavori di archiviazione in Comune), tanto da postularne l’annullamento, in quanto ritenuta dall’imputato “né utile né necessaria”. Per Brocchi non sarebbe spettato al perito “pronunciarsi sull’adempimento degli elementi costitutivi dei reati penali, bensì al magistrato inquirente”. Cosa rigettata dal procuratore pubblico che ha ricordato che “la perizia risponde alle critiche e alle esigenze poste dal giudice della Pretura penale, segnatamente alla necessità di un’istruttoria più estesa perlomeno per quanto concerne gli effetti su quegli allievi che hanno dato segnali negativi nel corso dell’anno scolastico in questione”. Tesi sostenuta dalla Corte, composta dai giudici Mauro Mini (presidente), Raffaele Guffi e Giovan Maria Tattarletti, che ha respinto il ricorso di Brocchi sottolineando come “la perizia rappresenta un ulteriore concreto complemento all’istruttoria”.