Nel nuovo Comune è stato istituito un gruppo di lavoro per stabilire l'ammontare, che dovrebbe essere di almeno 30mila franchi
L’aggregazione porta con sé molti cambiamenti; innovazioni che inevitabilmente influiscono su accordi che si perdono nei tempi, più antichi. Uno di questi mutamenti riguarda i rapporti con le parrocchie, ben cinque quelle sul comprensorio di Riviera, che il nuovo Comune pensa adesso di regolare, evitando disparità di trattamento, attraverso una nuova convenzione. A questo scopo il Municipio, su proposta del vicesindaco Alberto Pellanda, ha istituito un Gruppo di lavoro di cui fa parte, con Pellanda (presidente), il collega nell’esecutivo Giulio Foletti. A loro il compito nelle discussioni con le parrocchie – di Cresciano, Osogna, Prosito, Lodrino e Iragna – di arrivare a un nuovo importo, unico, da devolvere all’insieme delle chiese. Una discussione non sempre facile da condurre: non solo per la lunghezza della tavola delle trattative (cui siedono ben due rappresentanti per ogni parrocchia), ma anche per il fatto che questi stessi delegati devono essere in grado di raggiungere un’intesa – tra di loro – sulla chiave di riparto da applicare al contributo ‘aggregato’, prima di sottoporne l’ultima versione al Municipio, poi al Consiglio comunale e infine ottenere l’avallo della Curia. Discussione non facile, che è stata approntata nel corso dei tre incontri del Gruppo di lavoro che si sono già tenuti, per i diversi regimi in vigore e la disparità degli importi in questione. A Osogna e Lodrino (con Prosito) vale il sistema di imposta parrocchiale. A Iragna e Cresciano, dove il modello di riferimento è invece quello dei contributi, si passa da un aiuto comunale alla parrocchia di ‘soli’ 2mila franchi (nel più piccolo degli ex 4 Comuni di Riviera), ai 25mila franchi corrisposti dal vecchio Municipio della sponda orografica sinistra. Perché così tanti a Cresciano? Domanda che è lecito porsi, se poi, come scopriamo, la partecipazione alla chiesa da queste parti risaliva, non tanto tempo fa, a 40mila franchi: cifra considerevole in una piccola realtà.
Ci è stato spiegato che un parroco svolge da anni le funzioni nelle chiese di Cresciano, Osogna e Prosito e un altro per Lodrino e Iragna. Più in generale Pellanda invita però a ragionare sul ruolo delle parrocchie nella società: a che servono, insomma, questi soldi? Si tratta, a mente di Pellanda, di aiuti che spesso vanno a beneficio di tutta la comunità. A Osogna l’oratorio è frequentato da sodalizi per altre attività ‘laiche’: associazioni ricreative e gruppi di canto. A Cresciano, altro esempio, la parrocchia mette a disposizione un terreno quale parco giochi. Le parrocchie organizzano, sottolinea, momenti d’incontro per tutti. Parlando di chiese subentra poi un discorso culturale, con le storiche cappelle esempio di patrimonio da tutelare. In questi casi i contributi straordinari dovrebbero essere definiti di volta in volta. Dicendosi favorevole al modello contributivo, il vicesindaco rileva altresì che nelle valutazioni bisognerà tenere conto dei costi per le prestazioni ordinarie ‘in natura’ fornite dai servizi comunali: calla neve o manutenzione di parchi. Tante variabili, con il discorso allargabile all’impegno dei parroci nelle scuole... Ma a quanto potrebbe ammontare il contributo per le chiese di Riviera? Insistendo arriviamo a una grandezza d’ordine. Si ipotizza di riservare per le attività religiose e a favore della cura delle testimonianze della presenza cristiana un importo non inferiore, nel complesso, a quanto riconosciuto dai vecchi Comuni: non meno di 30mila franchi l’anno, ai quali verrebbero aggiunte le prestazioni ‘in natura’. «Ma tutto questo deve ancora essere approfondito».