Berna – Le dichiarazioni del vescovo di Coira sull’omosessualità finiranno in tribunale. La Federazione svizzera dei gay (Pink Cross) ha confermato ieri che oggi inoltrerà denuncia penale contro il vescovo Vitus Huonder in merito ai suoi recenti propositi contro gli omosessuali. Per Pink Cross, che non accetta le scuse nel frattempo formulate dall’alto prelato, Huonder è responsabile, nientemeno, di pubblica istigazione a un crimine. Cosicchò la diocesi di Coira h dovuto annunciare una nuova presa di posizione in settimana sull’argomento.
La volontà di denunciare Huonder, anticipata da vari domenicali, è stata resa pubblica in un comunicato della stessa Pink Cross, sostenuta nella sua iniziativa dall’Organizzazione svizzera delle lesbiche. Il reato di “pubblica istigazione a un crimine o alla violenza” (articolo 259 del Codice penale), mai esplicitamente citato da Pink Cross, prevede una pena massima di tre anni di carcere.
La Federazione fa riferimento a un discorso tenuto da Huonder il 2 agosto a Fulda (Germania) durante un convegno di cattolici tedeschi, il cui testo è stato pubblicato sul sito della diocesi di Coira.
Huonder, le cui posizioni non sono peraltro una novità, nel suo discorso su matrimonio e famiglia, aveva citato versetti della Bibbia che condannano a morte gli omosessuali. Pink Cross fa esplicito riferimento al Levitico 20,13 che, nella traduzione utilizzata dalla Conferenza episcopale italiana, recita: “Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro”. Traendo la conseguenza che la sua citazione “sprona i credenti, anche se indirettamente, ad agire di conseguenza”.