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Chiusura delle scuole di Sessa, ecco i ricorsi Sono due, entrambi contrari alla decisione del Municipio
TRESA - Sono ben due i ricorsi inviati al Consiglio di Stato contro la decisione di chiudere le Scuole elementari di Sessa. Ne dà conto il gruppo SOS Scuole Comunali. Il Municipio di Tresa, lo ricordiamo, ha deciso il 18 marzo di spostare tutti gli allievi nella sede di Croglio, a partire dal prossimo anno scolastico.
I due ricorsi - «I firmatari del primo ricorso - si legge nel comunicato stampa - sono 42 genitori di bambini che avrebbero frequentato la scuola di Sessa nei prossimi anni e che ora si vedono negata questa possibilità. Il secondo ricorso, distinto dal primo, è stato invece recapitato dalla maggioranza dei municipali della legislatura pre-aggregativa del comune di Sessa, amareggiati dall’atteggiamento di estrema chiusura manifestato dall’esecutivo di Tresa».
Le motivazioni - Le principali motivazioni dei due ricorsi «si basano sulla constatazione che, nell’agire del Municipio, si sono dimenticate bellamente le promesse fatte in sede di aggregazione nel 2018, quando, a più riprese e in molti documenti presentati nell’istanza al Consiglio di Stato, il mantenimento della scuola di Sessa era stato garantito da tutte le forze in gioco».
«Insabbiate 708 firme» - Inoltre, continua la nota, «si riprendono le considerazioni già sollevate dal gruppo SOS in quanto portavoce a difesa della scuola di paese, essenziale elemento vitale della comunità, fulcro che evita lo spopolamento dei villaggi discosti. Ricordiamo infine che sono state insabbiate 708 firme di cittadini del comune, tra le quali quelle della maggioranza del Consiglio Comunale, raccolte per mantenere la situazione scolastica attuale in attesa di una progettazione ottimale della riorganizzazione dell’istituto scolastico, per la quale non vi era urgenza alcuna».
Il gruppo SOS conclude con una citazione di Oscar Wilde: «La scuola dovrebbe essere il luogo più bello di ogni città e di ogni villaggio, così bello che la punizione per i ragazzi indisciplinati, sarebbe di essere privati della scuola all’indomani»
