La conferma del Decs, al Corriere del Ticino, arriva dopo gli appelli di politica e sindacati.
BELLINZONA - La levata di scudi della politica, e dei sindacati questa volta ha anticipato le istituzioni.
Arriva proprio da Bellinzona e dal DECS, sentito dal Corriere del Ticino, la conferma della chiusura della Casa cantonale dello studente di Bellinzona.
La motivazione, riporta sempre il Cdt, sarebbe il «numero esiguo di ospiti che da anni ne fanno uso» da cui la decisione del Consiglio di Stato che deve essere ancora comunicata in via ufficiale.
A ventilare una possibile chiusura della struttura, un'interpellanza co-firmata dai comunisti Massimilaiano Ay e Lea Ferrari che chiedevano proprio lumi a riguardo della sopracitata: «Dopo la chiusura di quella a Lugano, ha assunto il compito di migliorare l’accessibilità a diverse sedi scolastiche: qualora infatti l’elemento geografico influenzi la scelta del percorso scolastico e le condizioni socio-economiche familiari limitino la possibilità di trovare privatamente una soluzione, gli studenti (ad esempio quelli domiciliati in valle) risultano svantaggiati rispetto ai propri coetanei che vivono nelle regioni urbane e suburbane», cita il testo.
In seguito a esprimersi anche il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA), che sostiene di essere stato coinvolto dal Decs nella discussione. «Le motivazioni avanzate per la chiusura indicano un calo delle iscrizioni negli ultimi anni, tale da non raggiungere la capienza massima, causando un disavanzo annuale di 80'000 franchi (...) Tuttavia, questo ragionamento non tiene conto di un aspetto fondamentale: lo scopo della Casa dello Studente dovrebbe essere quello di offrire uno spazio abitativo per gli studenti pendolari, evitando loro lunghi e gravosi viaggi, non di generare profitti», chiosa il SISA in una nota diffusa ai media.
Resta ancora tutto da definire il futuro utilizzo degli spazi attualmente utilizzati dalla Casa.