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SVIZZERA

Chiesa cattolica: l'aiuto alle vittime di reati è ora indipendente

Questo compito viene svolto da servizi riconosciuti dai Cantoni e il personale viene sottoposto a una valutazione psicologica.
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Fonte ATS
Chiesa cattolica: l'aiuto alle vittime di reati è ora indipendente
Questo compito viene svolto da servizi riconosciuti dai Cantoni e il personale viene sottoposto a una valutazione psicologica.

BERNA - L'aiuto alle vittime di reati subiti all'interno della sfera ecclesiastica in Svizzera avviene ora indipendente dalla Chiesa cattolica. Questo compito viene svolto da servizi riconosciuti dai Cantoni e il personale viene sottoposto a una valutazione psicologica.

Oggi, in una dichiarazione congiunta, la Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS), la Conferenza centrale cattolica romana della svizzera (RKZ), e la Conferenza delle unioni degli ordini religiosi e delle altre comunità di vita consacrata (KOVOS) hanno enumerato le nuove misure per combattere gli abusi sessuali all'interno della Chiesa cattolica. Tra queste l'aiuto alle vittime di reati, che da ora opera in maniera indipendente e uniforme in tutta la Confederazione.

Da inizio anno, i servizi che raccolgono le denunce in seno alla Chiesa non offrono più il proprio aiuto alle vittime. Ma le richieste di aiuto vengono inoltrate sistematicamente ai servizi di assistenza riconosciuti dai Cantoni e le persone colpite possono rivolgersi direttamente a specialisti indipendenti. I servizi di assistenza e la loro offerta sono pubblicati sul sito internet www.aide-aux-victimes.ch/it/.

Finora questo compito veniva svolto anche dagli enti ecclesiastici, con i diversi modus operandi a seconda della diocesi, precisa la nota. La collaborazione è stata disciplinata dalla Chiesa cattolica romana e dalla Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali delle opere sociali (CDOS). Per compensare l'onere supplementare che gli enti di consulenza alle vittime dovranno sostenere a causa della complessità delle strutture ecclesiastiche e dei chiarimenti con i diversi uffici ecclesiastici sarà elargito un importo forfettario di 1'500 franchi per ogni caso.

Inoltre è stato allestito un ufficio di informazione per sostenere i consulenti indipendenti per tutte le specifiche questioni ecclesiastiche. Il suo compito sarà quello di accogliere le domande degli uffici di consulenza alle vittime e fornire risposte con il sostegno di un pool di specialisti, esperti in questioni di diritto canonico e nelle strutture e istituzioni della Chiesa cattolica in Svizzera. La collaborazione degli uffici di consulenza alle vittime con l'ufficio di informazione ecclesiastico sarà valutata dopo una fase pilota di due anni.

Valutazione psicologica
In collaborazione con un gruppo guidato dal professor Jérôme Endrass, a capo della ricerca e dello sviluppo presso l'Ufficio per l'esecuzione delle pene e la reintegrazione del Canton Zurigo, è stata elaborata una valutazione psicologica (procedura di verifica), al fine di costituire le basi per un processo di selezione uniforme in tutta la Svizzera.

I candidati al sacerdozio e le persone che seguono una formazione come operatori pastorali verranno sottoposti a queste valutazioni standardizzate. A questo scopo la Chiesa cattolica ha stabilito standard vincolanti. I principi costituiscono le competenze di base necessarie per acquisire abilità pastorali ed esercitare in modo corretto e con successo la professione.

La valutazione si prefigge lo scopo di esaminare queste competenze e identificare possibili rischi per terzi. La CVS ha approvato l'introduzione e l'attuazione uniforme della valutazione a partire dal secondo semestre 2025.

Ulteriori misure
Nel luglio del 2024 è stato istituito il servizio nazionale "Abusi nel contesto ecclesiale". Su incarico delle tre istituzioni ecclesiastiche il servizio elaborerà e coordinerà misure decise congiuntamente per impedire gli abusi e il loro occultamento.

Nell'autunno dello scorso anno gli uffici vaticani competenti hanno inoltre approvato la creazione del tribunale penale e disciplinare ecclesiastico nazionale. L'obiettivo di tale corte è ridurre il rischio di parzialità e garantire l'applicazione corretta e uniforme nella Confederazione delle direttive e norme penali proprie alla Chiesa per gestire i casi di abuso.

Analogamente alla procedura penale statale, nella procedura penale canonica saranno da definire e garantire i diritti di protezione, informazione e processuali delle vittime. A tal proposito, le leggi penali del diritto svizzero e la segnalazione alla magistratura continueranno ad avere la priorità in qualunque caso.

Da gennaio 2024 procede lo studio commissionato dalla Chiesa all'università di Zurigo e finanziato con 1,5 milioni di franchi, i cui risultati saranno presentati nel 2027. Già nel 2023 le diocesi, le chiese locali e numerosi ordini religiosi si sono impegnati a non distruggere più in futuro atti relativi ai casi di abuso.

La presa di posizione delle tre organizzazioni nazionali (GAVA, SAPEC e IG-M!ku) rappresentanti le vittime di reato

I membri di comitato delle organizzazioni di ascolto delle vittime hanno preso atto con grande interesse dell’odierna pubblicazione dei documenti a cura del “Servizio nazionale Abusi nel contesto ecclesiale”. Accogliamo con soddisfazione il frutto di un lavoro rigoroso e accurato. Nonostante il lungo tempo impiegato, il risultato è esemplare, innovativo e di alto livello.

È importante il lavoro svolto in relazione alla selezione e alla formazione dei candidati al sacerdozio e alle attività pastorali, un compito che le organizzazioni delle vittime, in particolare SAPEC nella Svizzera romanda, sollecitano da tempo. Sarebbe inoltre auspicabile introdurre una formazione obbligatoria sulla prevenzione per tutti coloro che già operano in ambito pastorale, come avviene da diversi anni in Ticino, dove tale formazione è regolarmente offerta a sacerdoti e seminaristi. Una selezione responsabile, accompagnata da un’adeguata formazione continua e da una vigilanza costante aumentano le probabilità di prevenire nuovi casi di abuso. Simili programmi di formazione continua potrebbero essere utili anche a vescovi e abati, perché contribuirebbero a rafforzare il loro carisma di guide e la loro responsabilità sociale.

Sarebbe però ingenuo pensare che questi soli elementi di base possano risolvere tutti i problemi. Si tratta di un buon fondamento teorico, solido e ben strutturato, che ora necessita di una celere attuazione pratica. Ci auguriamo che le figure prescelte presso i servizi di aiuto alle vittime possano acquisire rapidamente le necessarie conoscenze specifiche sugli abusi spirituali e/o sessuali nel contesto religioso e divenire presto operative. In questo modo, si potranno offrire servizi finora riservati esclusivamente alla CECAR. Grazie ai servizi di aiuto alle vittime, sarà ora disponibile a livello nazionale un accesso indipendente alle procedure giuridiche, alla consultazione degli atti, alla consulenza di professionisti specializzati e altro ancora. È finalmente disponibile uno strumento di lavoro e v’è grande speranza che venga animato e reso concreto, così da consentire alle vittime di ricevere in tempi rapidi l’aiuto competente che desiderano e a cui hanno diritto.

Sarebbe opportuno approfondire i seguenti temi:
- Abusi nelle nuove comunità religiose.
- Come permettere alle vittime di abusi spirituali di ritrovare, a lungo termine, una nuova appartenenza religiosa.
- Chi controlla l’attuazione delle misure?

L'esperienza di vita insegna che in un lungo percorso il primo passo è il più importante.

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