L'ONU ha pubblicato il rapporto sui crimini commessi per soffocare il dissenso in Siria
DAMASCO - Torture inumane, sparizioni forzate, detenuti costretti a vivere per giorni con i cadaveri: questi sono stati alcuni dei mezzi usati dall'ex governo di Bashar al-Assad per soffocare il dissenso in Siria. Un rapporto, appena pubblicato, basato sulle indagini della Commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite sulla Siria, rileva come dall'inizio del conflitto siano stati commessi crimini contro l'umanità e crimini di guerra che rappresentano alcune delle peggiori violazioni sistematiche del diritto internazionale.
«Siamo in un momento critico. Il governo di transizione e le future autorità siriane possono ora garantire che questi crimini non si ripetano mai più», ha dichiarato Paulo Sergio Pinheiro, presidente della Commissione. «Speriamo che le nostre scoperte, il risultato di quasi 14 anni di indagini, contribuiscano a porre fine all'impunità».
Il rapporto, intitolato "Web of Agony", si basa su più di 2'000 testimonianze, tra cui più di 550 interviste con sopravvissuti, e rivela con dettagli spaventosi le forme di tortura e di trattamento crudele, degradante e disumano inflitte dalle ex forze statali a uomini, donne, ragazzi e ragazze detenuti.
Gravi percosse, scosse elettriche, ustioni, strappi di unghie, danni ai denti, stupro, violenza sessuale, mutilazioni, posizioni di stress prolungate, negligenza deliberata e negazione di cure mediche, esacerbazione delle ferite e tortura psicologica.
Inoltre i sopravvissuti e i testimoni hanno descritto come i prigionieri che soffrivano di ferite da tortura, malnutrizione, malattie venivano lasciati marcire in un dolore lancinante, o venivano portati via per essere giustiziati. Le razioni di cibo erano scarse o contaminate, non c'era acqua pulita. I sopravvissuti hanno anche riferito della pratica di lasciare i cadaveri nelle celle comuni per giorni.
Le minuscole celle di isolamento sotterranee senza finestre erano ancora piene di fetore e sofferenze inimmaginabili quando la Commissione ha iniziato le sue prime indagini in loco.
Lo scorso dicembre e gennaio due squadre della Commissione hanno visitato fosse comuni ed ex centri di detenzione statali nell'area di Damasco, tra cui la famigerata Prima Prigione Militare (Saydnaya), l'Intelligence Militare 235 (Palestina) e l'Intelligence dell'Aeronautica Militare a Mezzeh e Harasta. I siti visitati corrispondevano alle descrizioni che centinaia di sopravvissuti e disertori hanno fornito alla Commissione negli ultimi 14 anni.
Il rapporto si conclude con l'appello ad adottare un'azione decisiva per salvaguardare le prove, gli archivi e i luoghi del crimine, comprese le fosse comuni.