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Filippo Colombo, tutti i tasselli al posto giusto

‘Il percorso è stupendo e mi ci trovo molto bene, al caldo e all'umidità mi sono abituato, dormiamo in letti veri e l'ambiente è ideale’. In gara lunedì dalle 8.00

24 luglio 2021
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Il ciclismo, nelle sue molteplici sfaccettature, è la disciplina chiamata ad attirare l’attenzione degli sportivi, in questi primi giorni di competizione spesso dedicati a tornei preliminari, batterie, serie e qualificazioni. Oggi ha calato l’asso della prova maschile in linea, domani toccherà a quella femminile e, tra lunedì e martedì si passerà dalla strada ai boschi per l’assegnazione dei due titoli di mountain bike. Quest’anno le ragazze del cross-country dovranno fare i conti con una concorrenza di livello superiore (basti pensare alle francesi Loana Lecomte e Pauline Prevot-Ferrand), per cui le speranze elvetiche di medaglia poggeranno sulle spalle – peraltro larghe a sufficienza – del settore maschile, con il campione in carica Nino Schurter e il leader di Coppa del mondo Mathias Flückiger. Per noi, però, l’attenzione si focalizzerà sul terzo membro della squadra, Filippo Colombo. Il quale, a una settimana dall’arrivo in Giappone può confermare quanto ipotizzato nei mesi scorsi: il percorso di Izu è stupendo… «Abbiamo avuto la possibilità di poterlo visionare una prima volta soltanto oggi (ieri, ndr) e posso confermarlo: è bellissimo. È stato costruito molto bene. Alterna parti artificiali, nelle quali sembra quasi di entrare in un giardino giapponese, ad altre del tutto naturali. Un’alternanza che lo rende splendido. Sono convinto che questo tracciato risulterà molto spettacolare per chi segue la gara. Una cosa è certa: alla fine, a tagliare per primo il traguardo sarà davvero un campione olimpico degno di questo titolo. Per quanto mi riguarda, nei giri che ho potuto effettuare mi sono trovato molto bene, il percorso mi piace davvero molto. Ho ancora un paio di giorni a disposizione per trovare il setup perfetto della bici, ma in base alle sensazioni avute oggi mi sembra un lasso di tempo più che sufficiente».

Al clima ci si abitua

Il clima estivo giapponese – se ne parla da oltre un anno – è tutto fuorché clemente. L’essere arrivati in loco una settimana prima ha permesso la necessaria acclimatazione… «I primi giorni, devo ammetterlo, ho sofferto parecchio. Non tanto il caldo, comunque assai intenso, quanto l’estrema umidità. Dopo un allenamento di due ore mi sembrava di essere rimasto in sella per cinque ore. Pian piano, comunque, ho iniziato ad abituarmi e devo dire di averci fatto l’abitudine piuttosto in fretta. Certo, il caldo rimane, ma non è più fastidioso come nei primi giorni».

A essere fastidiose, possono essere tutte le restrizioni legate al Covid-19… «Noi ci troviamo a quattro ore da Tokyo, nel centro del ciclismo di Izu, dove si disputeranno anche le prove su pista. Le restrizioni, in effetti, sono piuttosto importanti. Come già noto, dobbiamo sottoporci tutti i giorni a un test e, inoltre, ci viene richiesto di aggiornare un’applicazione per il tracciamento dei contatti. E i controlli in entrata e in uscita dal Villaggio olimpico di Izu sono certosini. Dei giapponesi colpisce il rigore con il quale rispettano le regole e in questi giorni le stanno applicando con molto zelo anche nei nostri confronti. Ma è giusto che sia così».

Rispetto delle regole applicato anche per gli allenamenti… «Ed è l’aspetto forse meno piacevole. Ci è stato imposto un percorso di 15 km su cui allenarci, tra il villaggio e la zona delle competizioni. Il problema è che non ci è consentito deviare dal tracciato prestabilito, per cui ci siamo ritrovati a svolgere sedute di più ore sempre avanti e indietro sullo stesso percorso. Non proprio il massimo del divertimento. Per quanto riguarda la vita al di fuori degli allenamenti, cerchiamo di fare del nostro meglio, anche se le imposizioni anti-Covid impediscono possibili interazioni con la popolazione locale. Per fortuna, all’interno della Nazionale il clima è davvero ottimo, mi trovo perfettamente a mio agio con i compagni e con lo staff. Tutto sommato, la prima settimana di permanenza in Giappone mi sembra volare».

Un’ultima curiosità. In questi giorni hanno fatto il giro del mondo, sui vari social media, le foto dei letti in cartone riservati agli atleti. Un’eventuale controprestazione di Schurter, Flückiger o Colombo non potrà però essere messa in conto al mancato riposo… «È vero, noi non dormiamo nei letti di cartone. Swiss Cycling ha deciso di affittare delle camere in un hotel nei pressi del Villaggio olimpico di Izu, in modo tale da avere a disposizione le comodità necessarie ed essere performanti il giorno della gara. Quella svizzera non è comunque l’unica federazione ad aver scelto questa strada. Il resto dello staff rimane alloggiato al villaggio, dove le condizioni non sono ottimali».

Pidcock e VdP i favoriti

Colombo, dunque, è pronto per i suoi primi Giochi, dai quali spera di tornare a casa con un diploma olimpico. Nella mtb la Svizzera non può vestire i panni della co-favorita e anche quest’anno è possibile che a fine giornata sia il “Quando bionda aurora” a risuonare nel cielo nipponico subito dopo la consegna delle medaglie. Se chiedessimo ai bookmaker, però, i loro favori cadrebbero senza dubbio su due nomi ben precisi: il britannico Tom Pidcock e l’olandese Mathieu van der Poel, due giovani rampanti e fortissimi sia su strada, sia nei boschi. Il britannico, reduce da un infortunio, ha steccato il rientro alle competizioni nella gara di Cdm a Les Gets, per cui il suo stato di forma rimane un’incognita: l’olandese, per contro, è reduce da un Tour de France (chiuso in anticipo), durante il quale per due giorni ha vestito la maglia gialla. E gli outsider? Di sicuro – e solo per citarne alcuni – i francesi Jordan Sarrou (campione del mondo in carica) e Victor Koretzky, il brasiliano Henrique Avancini, il sudafricano Alan Hatherly.