Hockey

Lo Zurigo spegne il Losanna: è il decimo titolo

Gara 7 alla Swiss Life Arena è uno show degli uomini di Marc Crawford, che mandano i vodesi al tappeto grazie alle reti di Fröden e Lammikko

In sintesi:
  • Quella della finalissima è una serata quasi a senso unico, con i romandi che restano vittime della pressione
  • I Lions non si fermano neppure dopo l'infortunio di Malgin, uscito malconcio dal primo tempo
Il gol di Fröden che ha dato una svolta decisiva alla serata a 44 secondi dalla seconda pausa
(Keystone)
30 aprile 2024
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La tensione è alle stelle e l'attesa pure, prima dell'inizio di gara 7 tra Zurigo e Losanna, dove le due finalisti del campionato si giocheranno il titolo in sessanta minuti. E per l'occasione, un po‘ a sorpresa, Crawford decide di ritoccare tutti i terzetti offensivi, mentre Geoff Ward – naturalmente – non cambia una virgola rispetto a gara 6, in un martedì in cui la tensione è palpabile, e nei primissimi minuti il disco sembra scottare un po’ per tutti. Poi, però, lo Zurigo si mette in moto e comincia a premere sul serio, con i vodesi che hanno sì e no un paio di possibilità oltre metà pista, mentre per il resto, e per una decina di minuti buoni, i padroni di casa continuano a mettere dischi su Connor Hughes, con la pressione che si fa sempre più asfissiante, e porta alle ottime occasioni sul conto di Malgin e Baechler. Se il portiere ospite dà comunque l’impressione di sentirsi davvero sicuro, anche perché i suoi compagni impediscono che ci siano ‘second chanche’, a differenza invece del suo omologo zurighese Simon Hrubec, che in tutti e venti i primi minuti corre soltanto un paio di pericoli, e solo negli ultimi minuti, ma sembra piuttosto nervoso, e sul tentativo di Jäger si salva senza sapere dove fosse il disco.

Tuttavia, Hrubec è a dir poco determinante nel secondo minuto del periodo centrale, autore di un ‘big save’ su un tiro al volo di Raffl. Con lo Zurigo che, tra l’altro, ritorna in pista senza il suo topscorer di Denis Malgin, vittima di un problema probabilmente a una gamba nelle fasi finali del primo periodo: il solettese nel corso del terzo minuto prova comunque a rimettere piede in pista durante un’interruzione di gioco, scuotendo la testa e rientrando negli spogliatoi poco dopo, salvo poi riapparire più tardi, ma solo per seguire il match dalla panchina. Sul ghiaccio, intanto, le ostilità continuano, in una partita indubbiamente più equilibrata, e con il Losanna che al 33’42’’ si ritrova a sua volta in inferiorità numerica, per un bastone in mezzo ai pattini di Hollenstein. In quei due minuti i padroni di casa spingono, e Hughes compie un vero miracolo sul tentativo di Grant che stava per trasformarsi in un autogol di Pilut. Poco dopo, però, tocca a Hrubec superarsi, sull’accelerazione improvvisa di Riat e il tocco casuale davanti al portiere da parte di Genazzi. E poco dopo il portiere ceco deve dire di no su un tiro al volo di Heldner. Proprio nel momento in cui la partita sembra avviarsi alla seconda pausa sempre sullo 0-0, a 44 secondi dalla pausa lo Zsc si porta improvvisamente in vantaggio, con i padroni di casa che prendono i vodesi in velocità, e sul morbido lancio di Lammikko Fröden anticipa Hughes con uno splendido tocco tra i gambali.

Come se non bastasse, a tre secondi dal quarantesimo arriva poi anche un secondo gol dei padroni di casa in una Swiss Life Arena pronta ad esplodere, ma quel gol – ancora di Fröden, tra l’altro – è chiaramente viziato da un’ostruzione di Grant su Hughes, ciò che porta al suo annullamento dopo coach’s challenge chiesto da Geoff Ward.

Al rientro in pista, lo Zurigo si rimette a premere, impedendo agli avversari di creare come vorrebbero in un terzo tempo spezzettato, con il Losanna che sembra incapace di trovare delle soluzioni. Finché un disco perso in uscita di terzo da Sekac permette ai padroni di casa di lanciare un break in situazione di 3 contro 2, con Lammikko che – di nuovo tra i gambali di Hughes – infila il disco del 2-0 al 46’57’’. E non ci vuol molto, viste le premesse, per capire che per i vodesi quello è il gol di troppo, in un periodo conclusivo magistralmente giocato dai Leoni della Limmat, che vincono una comunque combattuta finale per quattro vittorie a tre, sinonimo di decimo titolo della loro storia. Mentre i Leoni di Losanna, per vincere quello che sarà il loro primo dovranno attendere ancora.

Zsc Lions - Losanna (0-0 1-0 1-0) 2-0
Reti: 39'16‘’ Fröden (Lammikko, Harrington) 1-0. 46'57’‘ Lammikko (Sigrist) 2-0.
Zsc Lions: Hrubec; Harrington, Kukan; Geering, Lehtonen; Christian Marti, Trutmann; Phil Baltisberger; Sigrist, Malgin, Andrighetto; Bodenmann, Grant, Fröden; Hollenstein, Lammikko, Rohrer; Riedi, Schäppi, Chris Baltisberger; Baechler.
Losanna: Hughes; Djoos, Glauser; Frick, Heldner; Genazzi, Pilut; Jelovac; Sekac, Suomela, Rochette; Kovacs, Fuchs, Riat; Raffl, Jäger, Bozo; Kenins, Almond, Holdener; Pedretti.
Arbitri: Lemelin (Usa), Wiegand; Dario Fuchs, Obwegeser.
Note: 12'000 spettatori (tutto esaurito). Penalità: 1 x 2’ contro entrambe le squadre. Tiri in porta 42-25 (20-6, 17-10, 5-9). Zurigo senza Weber, Zehnder e Balcers (infortunati); Losanna privo di Aurélien Marti (infortunato), Hügli, Salomäki, Haapala, Thévoz, Mémeteau, Bougro e Fuhrer (tutti in soprannumero). Dal secondo tempo Zsc senza Malgin (uscito per infortunio). Al 39'57‘’ rete annullata a Fröden (ostruzione sul portiere da parte di Grant). Al 57'04’‘ timeout chiesto dal Losanna, che gioca senza portiere dal 56'54’' e fino al termine.

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