Calcio

In Svizzera il Var è ancora un rebus tecnologico

Lega e Federazione al lavoro per dotare la Super League della moviola in campo. Guggisberg: 'Dossier molto complesso'. Niente telecamere aggiuntive

14 agosto 2018
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La saggezza popolare vuole che sull’arco di una stagione torti e favori arbitrali si annullino a vicenda e non influiscano sul destino sportivo di questa o quella società. È altresì vero che sul breve termine un’errata decisione del direttore di gioco può venir pagata nella sonante moneta dei punti. L’interpretazione del signor Tschudi, sabato a Cornaredo, nell’assegnazione del corner dal quale è scaturito il pareggio del Grass­hopper, penalizza il Lugano di due punti in classifica. Due punti che a maggio 2019 non avranno un’influenza diretta sui destini bianconeri (le decisioni arbitrali danno e tolgono in ugual misura, ricordate?), ma che al momento avrebbero avuto un impatto non trascurabile su morale e autostima, con possibili ripercussioni positive nelle prossime uscite. Quello di Cornaredo non è stato l’unico errore di questo inizio stagione e per la sua natura non sarebbe stato revisionabile neppure con l’ausilio della moviola in campo. Ma dopo i positivi test effettuati in vari campionati europei (da domenica pure nella Liga) e ai Mondiali, forse è venuto il momento di affrontare il tema del Var anche nel campionato svizzero.

Gruppo di lavoro... al lavoro

Il progetto per la sua introduzione c’è e sta andando avanti, come spiega Philippe Guggisberg, responsabile della comunicazione in seno alla Swiss Football League... «Dopo la decisione con la quale l’International Board (Ifab) ha ufficialmente introdotto l’assistenza video nel calcio, abbiamo costituito un gruppo di lavoro, formato da responsabili della Sfl e dell’Asf (gli arbitri fanno riferimento alla federazione) per studiarne l’eventuale introduzione anche in Svizzera. Va detto subito, si tratta di un dossier molto complesso, per cui nel nostro campionato l’introduzione del Var non potrà avvenire prima del 2020-21. Al momento attuale il gruppo di lavoro sta studiando e valutando tutti gli aspetti tecnici legati alla nuova tecnologia, come ad esempio il numero degli arbitri necessari, la formazione richiesta, i sistemi di comunicazione tra direttore di gioco e Var. E, naturalmente, i costi di tutta l’operazione».

Costi che, di fatto, rappresentano il perno di tutta l’operazione... «Al momento abbiamo le idee in chiaro su quanto verrebbe a costare la fase di sperimentazione, e parliamo di cifre che si aggirano attorno al milione di franchi. Stiamo per contro valutando quello che sarà l’impatto finanziario dell’applicazione “live” del progetto». Alla fine l’ultima parola spetterà ai club... «Saranno loro a dover decidere se il progetto può essere portato avanti. Molto dipenderà dall’impatto a livello finanziario, perché è chiaro che, per quanto in modo indiretto, saranno le società a doversi sobbarcare parte della spesa. Penso che prima di fine anno sarà possibile presentare loro i risultati del lavoro sin qui svolto».

L’eventuale introduzione dell’assistenza video comporterà la necessità di aumentare il numero degli arbitri impegnati: non basteranno più quattro uomini a partita... «È un ulteriore tema di discussione. Il protocollo dell’Ifab, che regola in centinaia di pagine tutto il tema del Var, è molto chiaro: non sono ammessi i doppi ruoli. Ciò rende il reperimento del personale necessario una sfida ulteriore. D’altro canto, potrebbero aprirsi le porte dello studio video a tutti quegli arbitri giunti alla fine della loro carriera sul campo e desiderosi di rimanere nel mondo del calcio. È altresì chiaro che serve un responsabile del progetto, in grado di impegnarsi al 100%: non è un compito che potrà essere caricato sulle spalle della classe arbitrale o della Sfl».

Il Var sarà solo per la Super League

Una decisione di fondo è già stata presa... «E riguarda il campo di applicazione del Var. Considerati i costi e le difficoltà nel reperimento del personale, l’assistenza video sarà limitata alla Super League e non interesserà la Challenge League. Per quanto riguarda le immagini, verrebbero prese in considerazione quelle delle riprese televisive, senza aggiunta di telecamere supplementari. Per contro, andrebbero modernizzati i sistemi audio attualmente in dotazione agli arbitri e che coprono soltanto l’area del terreno da gioco per le comunicazioni tra il direttore di gara, i suoi assistenti e il quarto uomo. Sarà necessario allestire un sistema che permetta una chiara e veloce interazione anche con i responsabili del Var, i quali potrebbero trovarsi a distanze ragguardevoli».

Il costo dell’intera operazione potrebbe dipendere dal sistema scelto... «In buona sostanza, vi è la possibilità di optare per un’assistenza video alla tedesca o all’italiana. Nel primo caso, come al Mondiale, gli addetti al Var verrebbero centralizzati in una sala operativa unica, mentre l’alternativa prevederebbe all’esterno dello stadio, come capita in Italia, la presenza di furgoncini debitamente attrezzati per l’analisi delle immagini. È davvero troppo presto azzardare quale sarà la scelta per il nostro campionato».

La svista dell’arbitro Tschudi, sabato a Cornaredo, non sarebbe comunque stata rivalutata nemmeno con l’ausilio del Var. Infatti, non sono le singole federazioni a decidere il campo di applicazione della moviola in campo... «Assolutamente. Noi non abbiamo alcun margine di manovra, tutto è codificato nel protocollo dell’Ifab. I test effettuati in numerosi campionati e i buoni riscontri avuti ai Mondiali porteranno il Board a definire in maniera ancora più dettagliata i campi d’applicazione, paletti che impediranno ai singoli Paesi di costruirsi una “Var à la carte”.