TECNOLOGIA

Tecnologia: un’alleata, non una nemica

Prudenza e regole, ma non sprechiamo l’immenso potenziale che il digitale offre all’educazione e alla crescita

Davanti allo schermo, molte opportunità di crescita e divertimento
(Depositphotos)

La tecnologia è una parte importante delle nostre vite e ci accompagna fin dall’infanzia. Occuparsi di design di tecnologia per ragazzi e bambini, anche in età prescolare, diventa quindi necessario. Come ricercatrice dell’USI, appartengo a una comunità che studia i diversi tipi di interazione tra bambini e computer. Curiamo il design e la valutazione di nuovi strumenti che supportino bambini e ragazzi nello svolgimento di compiti di tipo educativo, ma anche nei momenti legati al divertimento.

I giovani utenti al centro di un design etico

A guidarci sono solidi principi etici che mettono i giovani utenti, i loro bisogni e i benefici che potrebbero trarne al centro del processo di design di nuove tecnologie. Il fascino che la tecnologia esercita sui ragazzi sin dalla più tenera età è innegabile e a noi adulti spetta il compito di progettarla e amministrarla nel modo più costruttivo e sicuro possibile. Nei nostri studi infatti abbiamo constatato come sia gli adulti sia gli stessi ragazzi richiedano strumenti sicuri, che proteggano la sfera privata e la confidenzialità dei dati personali, e che offrano materiali adeguati al livello di sviluppo e alle competenze di bambini e ragazzi sia come complessità che come contenuti.

Sia in ambito accademico che in quello industriale abbiamo il dovere di rispettare i diritti dei bambini enunciati chiaramente da una legislazione nazionale e internazionale sempre più attenta alle opportunità fornite dalla tecnologia. Altrettanto importante è prevedere un ruolo da protagonisti per i giovani utenti, le cui voci devono essere raccolte e ascoltate e i cui contributi a livello di spunti per design e valutazione di nuovi prodotti devono essere correttamente riconosciuti. La strategia europea Better Internet for Kids mira a dare ai giovani un accesso a Internet migliore, più sicuro e più equo. Insieme al regolamento sulla protezione dei dati (Gdpr), la strategia limita la raccolta di dati personali e allo stesso tempo incoraggia gli esperti a considerare i giovani utenti come attori nel processo di design. Anche per il mio gruppo di ricerca, infatti, è fondamentale includere i ragazzi in progetti che portino alla definizione di nuovi strumenti che al contempo stimolino in loro la creatività, il senso di auto efficacia (la convinzione della propria capacità di agire nei modi necessari per raggiungere obiettivi specifici) e le competenze digitali in generale.

Un confine sempre più sfumato

Il nostro intento è quindi di mettere a frutto l’entusiasmo dei giovani e produrre strumenti di supporto all’insegnamento sia formale che informale. Nei ragazzi, infatti, è difficile tracciare il confine tra studio e svago: pensiamo alle letture che arricchiscono il vocabolario facendo viaggiare la fantasia, oppure ai giochi di ruolo che aiutano a sviluppare doti organizzative e logiche. Grazie alla tecnologia possiamo declinare questo connubio in tanti modi creativi e farlo diventare uno strumento essenziale per gli educatori. I ragazzi sono sempre più coinvolti attivamente nelle varie fasi del design come informatori e valutatori, ma anche come collaboratori che condividendo nuove idee e spunti insieme ai ricercatori danno vita agli strumenti del futuro. I docenti svolgono il ruolo di esperti e possono mettere a disposizione la loro esperienza di educatori e le competenze pedagogiche che aiutano a meglio comprendere i bisogni degli utenti finali. Ci capita infatti di venir coinvolti da insegnanti che riconoscono l’importanza di usare strumenti tecnologici nelle loro lezioni. Per esempio, come un mezzo per coinvolgere i ragazzi e stimolarne la creatività in un esercizio di scrittura che subito diventa multimediale e consente di far vivere il testo con suoni e rumori, immagini e disegni, in una ricca narrazione che combina e aiuta a sviluppare diverse competenze. Oppure ancora, ci chiedono di aiutarli a introdurre i ragazzi alla programmazione per far loro capire come funzionano gli strumenti che tanto li affascinano. E anche in questo caso sono i ragazzi che a proprio agio si lasciano guidare e apprendono senza fatica, sviluppando al contempo le cosiddette competenze di problem solving.

Educare, al di là delle paure

Ma non dimentichiamoci di coinvolgere i genitori e di tener conto dei loro desideri e delle preoccupazioni che spesso l’adozione della tecnologia porta. Molto si è detto dei pericoli legati all’accesso indiscriminato a contenuti disponibili online e alla minaccia di giochi elettronici che creano dipendenze difficili da gestire e con effetti negativi sulla vita scolastica e familiare. Si deve però andare oltre la paura, spesso dovuta alle notizie allarmanti legate a fenomeni estremi, e riconoscere l’utilità e gli innegabili vantaggi del digitale. Si tratta di un’opportunità da non mancare e il coinvolgimento diretto dei ragazzi in un’educazione all’uso delle tecnologie è il modo migliore per prepararli ad affrontare i cambiamenti e gli eventuali rischi che si profileranno in futuro.

Insegnare i motori di ricerca

L’uso del materiale disponibile online per fare ricerche specifiche in risposta a compiti assegnati a scuola è molto diffuso tra i ragazzi, e saperlo fare in modo efficace è parte essenziale delle competenze digitali necessarie per il loro futuro. In questo campo l’educazione e l’esempio, a scuola come a casa, hanno un ruolo fondamentale. Ad esempio, i motori di ricerca usati da bambini e ragazzi sono per lo più quelli destinati agli adulti e quindi la preparazione a un loro uso corretto ed efficace ha un ruolo cruciale. Molto deve essere fatto per aiutare i ragazzi a usarli nel modo migliore, così da imparare cercando mentre si impara a cercare, seguendo e promuovendo il connubio fra ricerca ed esplorazione. La leggibilità e la facilità di comprensione sono criteri cruciali per i giovani ricercatori nel decidere il valore di un contenuto proposto da un motore di ricerca. E per coinvolgerli maggiormente stiamo studiando interfacce innovative al di là di quella classica formata da tastiera e schermo. Per esempio, gli ormai ubiqui assistenti vocali che diventano veri compagni di ricerca, in grado di indirizzare e fornire supporto ai ragazzi quasi come farebbe un amico esperto.

Leggere in maniera innovativa

Se la leggibilità rende un contenuto trovato online più utile e rilevante, la tecnologia può a sua volta rendere la lettura più coinvolgente e divertente. In particolare il mondo dei libri elettronici ha sfornato una serie di modelli avanzati, progettati con il coinvolgimento diretto dei giovani lettori, che includono funzionalità che, pur rispettando il contenuto originale di un testo, lo rendono di più facile fruizione e al tempo stesso accattivante e divertente. Per esempio con l’aggiunta di glossari per scoprire parole ed espressioni nuove, o con quiz per mettere alla prova le conoscenze appena acquisite, o ancora diversi stili tipografici per permettere a colpo d’occhio il riconoscimento di diverse componenti del racconto: descrittive o di dialogo. Infine la lettura ad alta voce, come strumento che accresce l’accessibilità del testo e contribuisce a tutto tondo all’esperienza finale. Per quanto poi riguarda i bambini in età prescolare, ove la lettura si sovrappone al gioco e il ruolo dell’adulto lettore è fondamentale anche se non sempre disponibile, si possono proporre strumenti tecnologici per letture guidate e interattive con domande ad hoc pensate per aiutare l’adulto che legge a stimolare lo sviluppo nel giovane ascoltatore delle competenze di pre-lettura.

La tecnologia contro gli stereotipi

La tecnologia permette anche di sviluppare strumenti che consentano il riconoscimento degli stereotipi di genere nelle fiabe classiche come nelle storie prodotte dai ragazzi stessi. La consapevolezza dell’esistenza di stereotipi di genere è il primo passo per porvi rimedio e mitigarli, agendo sulla creatività dei bambini e aiutandoli a pensare fuori dagli schemi tradizionali. Lo possiamo fare utilizzando nuovi strumenti per lo storytelling che consentano la riflessione e stimolino fantasia e originalità. Basati sulla combinazione tra giochi di gruppo e proposte alternative, i nuovi strumenti per la creazione di storie multimediali aiutano i bambini ad aprirsi ed esplorare combinazioni insolite e originali in cui le principesse possono realizzarsi, magari usando altre doti oltre alla bellezza e al bel canto, senza bisogno di attendere che arrivi un principe a sposarle. La lotta agli stereotipi di genere e ai loro effetti negativi sulla scelta delle carriere future da parte delle ragazze e giovani donne è particolarmente importante soprattutto nel mondo informatico, dove lo squilibrio è alto e gli uomini sono una larga maggioranza.

Ma che tecnologia vogliono i bambini?

I disegni dei bambini ci raccontano come siano affascinati dalla tecnologia in genere e l’accolgano con entusiasmo e fiducia, e specie i più piccoli ne apprezzino il potenziale quasi magico, influenzati da film e cartoni animati. Dal robottino che fa tutto quello che vuoi tu, al teletrasporto, dal traduttore universale alle scarpe che fanno viaggiare nel tempo: i bambini che hanno partecipato ai nostri studi in diversi paesi del mondo hanno espresso in questi anni il desiderio di una tecnologia che li sorprenda, li aiuti nei loro compiti scolastici e nel tempo libero, tenga loro compagnia, li diverta ma soprattutto li faccia sentire sicuri e protetti. La pandemia che ha obbligato tutti a usare la tecnologia per svolgere normali mansioni online ha dato un notevole impulso alle competenze tecnologiche dei ragazzi. Tuttavia, pur avendo maggiore familiarità con l’uso degli strumenti online, faticano comunque a capirne il funzionamento se non in maniera superficiale. È quindi davvero tempo di sfruttare questa naturale attrazione tra bambini e tecnologia e lavorare sull’insegnamento dell’informatica fin dalla scuola elementare. Si getteranno così le basi di una competenza digitale che cresce con i giovani, accompagnandoli nelle loro vite e nelle loro scelte future.

Con la collaborazione di Sebastiano Archetti. Una rubrica a cura di