L’altra sera, la “notiziola” relativa alle mine antipersona in Ucraina, al nostro telegiornale è volata via in circa 1 minuto. Ora mettiamo correttamente i puntini sulle “i”. Zelensky accoglie a braccia aperte la fornitura di mine da Washington, “importantissima per frenare l’avanzata russa”. Una mina antipersona costa al massimo dieci dollari. La relativa bonifica comporta invece un costo oscillante fra i cinquecento e i mille dollari.Per sminare l’Ucraina servono 34 miliardi. Si stima che tra il 25% e il 40% del territorio ucraino – più di mezza Italia – sia da bonificare. Ma inoltre, considerato che l’Ucraina è il granaio d’Europa se non del mondo, quanto grano è ora impossibile coltivare? E per quanto tempo? E chi ne soffrirà di più? Le mine e i residuati bellici minacciano ogni giorno vite innocenti. Rendono i campi incoltivabili e colpiscono soprattutto i civili. Oltre il 50% delle vittime sono bambini, bambine e giovani.
Nel 1997, una conferenza del delegato della Croce Rossa Emanuel Christen, sulla riabilitazione delle vittime delle mine, ha ispirato la psicoterapeuta zurighese Claudine Bolay Zgraggen che insieme a lui e alla sorella Monique, ha creato la fondazione Mondo Senza Mine (Msm) che da oltre 25 anni lotta contro questo grave pericolo invisibile.
Essendo in Svizzera un’organizzazione di piccole dimensioni, Msm ha deciso finora di sostenere progetti in aree che sono passate inosservate, dove altre organizzazioni non sono ancora o non sono più attive. In questo modo Msm, offre alle famiglie e alle comunità di interi villaggi molto più che una terra sicura, ma anche la possibilità di un futuro senza paura, di percorsi sicuri per raggiungere la scuola o risorse vitali come l’acqua, e l’opportunità di coltivare nuovamente i loro campi, diventando economicamente indipendenti. Negli anni anche diverse donne e uomini provenienti dalla Svizzera hanno collaborato agli sminamenti, cercando di eliminare questa eredità mortale che ogni guerra lascia dietro (e dentro) di sé insieme a tante altre…