Arte

Il Museo etnografico apre le sue Finestre sull’arte

Il volume edito da Salvioni, con oltre cinquanta schede, racconta il patrimonio artistico dalla Valle di Muggio alla Val Mara, dall’epoca romana a oggi

Ecco come si presenta una scheda contenuta in ‘Finestre sull’arte tra Valle di Muggio e Val Mara. Dall’epoca romana a oggi’ (Edizioni Salvioni, 2022)
(laRegione)
28 gennaio 2023
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C’è chi apre la finestra per una boccata d’aria fresca che rigeneri la testa e c’è chi la finestra – metaforica – la apre per nutrire la curiosità e dare un’occhiata nei paraggi, (ri)scoprendo – magari – la ricchezza del proprio capitale storico-artistico. E l’azione di spalancare non una, ma numerose finestre sul territorio l’ha compiuta il Museo etnografico della Valle di Muggio (Mevm) che ha dato alle stampe ‘Finestre sull’arte tra Valle di Muggio e Val Mara. Dall’epoca romana a oggi’ (Salvioni Edizioni, 2022) curato dallo storico dell’arte Ivano Proserpi.

La pubblicazione è il frutto di un lungo lavoro di ricerca che ha coinvolto, oltre a Proserpi, una squadra di dodici specialisti. Ci attardiamo dando alcuni riferimenti circa il curatore laureatosi alla Facoltà di Lettere dell’Università di Losanna: da molti anni è insegnante di storia dell’arte presso lo Csia di Lugano, per tredici anni – dal 1990 al 2003 – è stato membro della Commissione dei beni culturali del Canton Ticino, dal 2002 del comitato del Museo etnografico della Valle di Muggio e dal 2012 del comitato culturale dell’associazione Amici del Bigorio. Il suo ambito di ricerca riguarda la produzione artistica ticinese di Sei e Settecento, con particolare attenzione alle decorazioni in stucco e alla pittura.

Per il territorio

L’idea parte dal Museo etnografico, lo ribadiamo, che, scrive nella Premessa il curatore Proserpi, "da parecchi anni" pensava alla pubblicazione "di una sorta di guida d’arte in riferimento al territorio". Un intenzione che rientra nel mandato e nelle attività dell’ente.

I confini territoriali considerati vanno dalla Valle del Breggia e dalle colline del Basso Mendrisiotto fino al Monte Bisbino e al Monte Generoso, aprendosi fino alle pendici del Monte Sighignola e parte della Val Mara. Un territorio in cui, nel corso dei secoli, "si sono mosse fortunate dinastie di artisti e artigiani", scrive Proserpi ricordando altresì come quella terra sia stata un "crocevia di movimenti ed espressioni artistiche, dal Barocco alle avanguardie dell’arte contemporanea". In una superficie che misura all’incirca una cinquantina di chilometri quadrati, è custodito un patrimonio artistico che è il frutto "della stratificazione di diverse epoche storiche e correnti culturali".

Lo scopo della pubblicazione, sottolinea la premessa, non è un inventario dei beni culturali mobili (statue, dipinti, reperti) e immobili (edifici laici e religiosi, fontane, masserie) della regione, piuttosto – puntualizza Proserpi – presentare in forma di schede una selezione di edifici, dipinti, sculture, reperti archeologici, tecniche artigianali, artisti; sondandone le "caratteristiche storico-artistiche". Insomma, uno strumento di conoscenza da consultare nei numerosi luoghi di interesse, per (ri)scoprirne la ricchezza artistica. Criterio di apparizione è quello cronologico (ogni periodo è distinto per colore), partendo "dai secoli della tarda Romanità fino ai nostri giorni", con la presenza di un cospicuo patrimonio risalente ai secoli di Barocco e Neoclassicismo.

Vademecum

L’immagine della finestra del titolo è calzante: il libro di quasi quattrocento pagine si apre con il saggio introduttivo ‘La Montagna santuario’ redatto dallo storico dell’arte Giulio Foletti, che per diversi anni è stato responsabile del settore monumenti dell’Ufficio dei beni culturali ticinese. Si entra nel vivo di questo vademecum di storia dell’arte con cinquantotto schede che si aprono "come finestre sul territorio", definisce il curatore. Il volume propone un apparato fotografico (in gran parte le immagini sono dei fotografi Simone Mengani e Stefano Spinelli) e testi redatti dalla decina di professionisti fra storici dell’arte, dell’architettura e archeologi. I contenuti scritti riportano note sintetiche e scientifiche, che rimandano alla bibliografia in chiusura del volume, declinate secondo alcuni argomenti: dalla presentazione di una singola opera, alla considerazione di un edificio intero, così come un gruppo di artisti… elenca Proserpi. La pubblicazione si chiude con una mappa della regione che permette di localizzare i punti di rilievo storico-artistico, nella maggior parte – sottolinea la premessa – fruibili senza difficoltà particolari. STO