Ticino

Supsi, gli esami in presenza per equità di trattamento

La sessione di gennaio vedrà tornare sui banchi gli studenti in piccoli gruppi e con la mascherina per rispettare le norme Covid

Le valutazioni si terranno in spazi ampi e igienizzati (archivio Ti-Press)
9 gennaio 2021
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Tra pochi giorni è tempo di esami di fine semestre alla Supsi (Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana) come in altre università svizzere. La pandemia di coronavirus da quasi un anno sta condizionando il modo di lavorare e studiare e anche lo svolgimento delle lezioni e dei relativi esami è cambiato rispetto a quello che definiamo la normalità. Le certificazioni dello scorso giugno, per esempio, sono state svolte completamente a distanza. Anche la maggior parte delle lezioni dell’anno accademico 2020/2021, almeno per quanto riguarda il semestre invernale, sono previste in modalità remoto. Non gli esami, almeno non tutti. E questo sta preoccupando alcuni studenti dei vari percorsi di studio offerti dai dipartimenti presenti alla Supsi. Il timore - segnalatoci da alcuni lettori - è che in questo modo si metta a repentaglio la salute visto che il rischio di contagio non è ancora attenuato.

«In realtà solo una piccola parte delle certificazioni delle competenze acquisite dagli studenti in questi mesi non avverrà in remoto, ovvero online», ci spiega Franco Gervasoni, direttore generale della Supsi. «La valutazione in presenza sarà organizzata in gruppi di al massimo 20 studenti e nel pieno rispetto delle normative previste dal piano di protezione Supsi», continua il professor Gervasoni. «La presenza è imprescindibile – continua il direttore – per gli esami di pratica professionale, ma anche per la presentazione di progetti e lavori che richiedono la visione di manufatti o la manipolazione di strumenti o software informatici presenti solo in sede». Ricordiamo che la formazione Supsi va dal lavoro sociale, ai corsi di laurea in ingegneria e architettura, fino alle professioni sanitarie (infermieri e fisioterapisti).

Correggere i problemi emersi durante il lockdown

Al di fuori dei due casi citati, anche un numero limitato di prove di certificazione, per le quali la sorveglianza rappresenta un fattore decisivo per garantire l’attendibilità e l’equità della valutazione, saranno svolte in presenza. Il professor Gervasoni precisa che comunque la decisione di svolgere gli esami in presenza spetta al responsabile della formazione del singolo dipartimento, sulla base delle proposte concertate tra i responsabili di modulo e i responsabili dei corsi di laurea. Ricordiamo che la Supsi offre, oltre alla formazione di base, anche tanti corsi di formazione continua che portano a una certificazione ufficiale. «La stessa ordinanza federale Covid-19 prevede delle eccezioni per le quali la presenza in sede è concessa. Si tratta “delle attività didattiche che sono una componente indispensabile del corso di formazione” e “gli esami svolti nel quadro di cicli di formazione, nell’ambito della formazione professionale superiore o per conseguire un attestato ufficiale”». «Le stesse condizioni valgono per altri atenei e Sup svizzere. Presso il Politecnico di Zurigo, a quanto so, tutti gli esami si svolgono in presenza», afferma ancora Gervasoni che precisa che la decisione delle certificazioni in presenza è stata presa anche alla luce dell’esperienza del lockdown della scorsa primavera. «Sono emersi limiti soprattutto per quanto riguarda l’accresciuta ansia delle studentesse e degli studenti in relazione al funzionamento dei dispositivi tecnologici, ma non solo». Un altro aspetto critico è dato dalla gestione dei tempi e alla connessione alla rete internet dai dispositivi privati e alla sicurezza informatica. «C’è infine il problema di proporre forme di valutazione praticabili online, ma che sono valide e affidabili, al fine di garantirne la qualità e l’equità certificativa», precisa ancora Gervasoni.

A ogni modo gli esami che si faranno in presenza dovranno rispettare gli attuali piani di protezione anti-Covid e dovranno essere svolti in piccoli gruppi (al massimo 20); in locali ampi e igienizzati; uso obbligatorio della mascherina e controlli delle presenze in entrata e uscita per garantire il contact tracing.

Regole che varranno anche per la sessione estiva? «Seguiamo l’evoluzione della pandemia e le decisioni che verranno prese dalle autorità federali e cantonali», afferma il professor Gervasoni. «Il nostro auspicio è quello di tornare a fare lezioni in presenza da dopo Pasqua in modo da ritornare possibilmente alla normalità, anche dal punto di vista dello svolgimento degli esami, con la sessione di giugno».