Il Consiglio di Stato prende posizione sui due temi cantonali in votazione il 19 maggio. Vitta: “Si tratta di guardare al futuro”
Un sì ai semafori sul Piano di Magadino e un no all'iniziativa Giù le mani dalle Officine. Queste sono le raccomandazioni del Consiglio di Stato riguardo i due temi cantonali in votazione domenica 19 maggio, presentate in conferenza stampa.
Quella delle opere di fluidificazione della tratta Cadenazzo-Quartino, rileva il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali, "è una questione squisitamente tecnica diventata, come spesso succede nel nostro cantone, politica". È un progetto che nasce "da lontano, precisamente dal 2014" e "soprattutto è stato condiviso, nonché sostenuto da solide basi tecniche, con l'obiettivo di non stravolgere la situazione". Ma di migliorarla, va da sé. "Non stiamo buttando i soldi del contribuente – continua Zali –, andremo a migliorare la situazione perché da un lato diminuiranno i giorni di congestionamento con questi tre semafori che garantiranno un'onda verde, dall'altro ci sarà anche una buona incidenza economica, visto che pure le colonne hanno dei costi per l'economia".
"Coinvolgere lo Stato nella gestione di uno stabilimento industriale esula in modo manifesto dalle sue competenze". È con queste parole che il Presidente del governo e direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta invita a bocciare l'iniziativa ‘Giù le mani dalle Officine’. Perché "lo Stato si troverebbe a dover gestire o in collaborazione con le Ffs o da solo la manutenzione del materiale ferroviario" e ciò, argomenta Vitta, "metterebbe a rischio l'obiettivo di salvare centinaia di posti di lavoro". Ma ci sono anche numerose "incognite finanziarie, perché in caso di espropriazione il Cantone dovrebbe assumere i costi nonché la gestione delle attuali attività delle Officine Ffs". Insomma, per il direttore del Dfe questa iniziativa è da respingere "perché nei fatti abbiamo il progetto del nuovo stabilimento ad Arbedo-Castione e la nuova area vicina alla stazione di Bellinzona che possono essere considerati un controprogetto indiretto all'iniziativa. E ci sono già, quindi auspichiamo che con il no a questa iniziativa possano partire sia i lavori del nuovo stabilimento sia i progetti nell'area adiacente alla stazione".