Ticino

‘Semafori sul Piano di Magadino sì, Giù le mani dalle Officine no’

Il Consiglio di Stato prende posizione sui due temi cantonali in votazione il 19 maggio. Vitta: “Si tratta di guardare al futuro”

30 aprile 2019
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Un sì ai semafori sul Piano di Magadino e un no all'iniziativa Giù le mani dalle Officine. Queste sono le raccomandazioni del Consiglio di Stato riguardo i due temi cantonali in votazione domenica 19 maggio, presentate in conferenza stampa.

Quella delle opere di fluidificazione della tratta Cadenazzo-Quartino, rileva il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali, "è una questione squisitamente tecnica diventata, come spesso succede nel nostro cantone, politica". È un progetto che nasce "da lontano, precisamente dal 2014" e "soprattutto è stato condiviso, nonché sostenuto da solide basi tecniche, con l'obiettivo di non stravolgere la situazione". Ma di migliorarla, va da sé. "Non stiamo buttando i soldi del contribuente – continua Zali –, andremo a migliorare la situazione perché da un lato diminuiranno i giorni di congestionamento con questi tre semafori che garantiranno un'onda verde, dall'altro ci sarà anche una buona incidenza economica, visto che pure le colonne hanno dei costi per l'economia".

No a ‘Giù le mani dalle Officine’

"Coinvolgere lo Stato nella gestione di uno stabilimento industriale esula in modo manifesto dalle sue competenze". È con queste parole che il Presidente del governo e direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta invita a bocciare l'iniziativa ‘Giù le mani dalle Officine’. Perché "lo Stato si troverebbe a dover gestire o in collaborazione con le Ffs o da solo la manutenzione del materiale ferroviario" e ciò, argomenta Vitta, "metterebbe a rischio l'obiettivo di salvare centinaia di posti di lavoro". Ma ci sono anche numerose "incognite finanziarie, perché in caso di espropriazione il Cantone dovrebbe assumere i costi nonché la gestione delle attuali attività delle Officine Ffs". Insomma, per il direttore del Dfe questa iniziativa è da respingere "perché nei fatti abbiamo il progetto del nuovo stabilimento ad Arbedo-Castione e la nuova area vicina alla stazione di Bellinzona che possono essere considerati un controprogetto indiretto all'iniziativa. E ci sono già, quindi auspichiamo che con il no a questa iniziativa possano partire sia i lavori del nuovo stabilimento sia i progetti nell'area adiacente alla stazione".