Mendrisiotto

Il clima si scalda: 'Servono misure su scala locale'

A Mendrisio la Sinistra rilancia una proposta (finita nel cassetto): seguire l'esempio di Sion. E i ricercatori zurighesi riscrivono la geografia climatica

Anche i Comuni devono reagire (Ti-Press)
24 luglio 2019
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Le estati sono sempre più torride. Le ondate canicolari soffiano dritte dal Nordafrica. E le notti replicano quelle tropicali. In realtà, tempo tre decenni, il clima in Svizzera sarà molto più simile a quello metropolitano di Milano. A riscrivere la geografia climatica europea, proiettandosi nel 2050, è uno studio di un gruppo di ricercatori del Politecnico di Zurigo, il Crowther Lab, pubblicato di recente sulla rivista scientifica ‘Plos One’. Alla lente degli studiosi sono finite 520 città, declinate attraverso 19 variabili, a cominciare da temperature e precipitazioni. Pur volendo indulgere all’ottimismo, la mappa dipinta dagli studiosi è preoccupante, quanto l’innalzamento della colonnina di mercurio. Loro stessi, fanno notare Françoise Gehring e Grazia Bianchi di Insieme a Sinistra, parlano di una impennata “impressionante”. Il che rende ancora più urgenti delle misure, anche su scala comunale.

Zurigo come Milano nel 2050

Un anno fa, a inizio agosto, le due consigliere comunali (assieme al compianto collega Mario Ferrari) avevano depositato una mozione che valeva una proposta contro il riscaldamento climatico e la tutela della biodiversità, di cui ‘laRegione’ si era occupata nell’edizione dell’8 agosto 2018. Assegnata all’esame della Commissione della pianificazione, però, se ne erano perse le tracce. Tanto che le due autrici sono tornate alla carica, ritrovandosi “costrette”, lamentano, a rilanciare il tema, più che mai d’attualità, sotto forma di interrogazione. Anche alle nostre latitudini, infatti, tocca prepararsi. I ricercatori zurighesi, ricordano Gehring e Bianchi, prevedono che “in media le città europee si riscalderanno di 3,5°C in estate e di 4,7°C in inverno”. Esemplificando, a Zurigo e Vaduz si avrà un clima simile a quello che si ‘respira’ oggi nella capitale lombarda, mentre a Berna ci si avvicinerà a quello di San Marino, nell’Italia centro settentrionale. Di converso, più a sud, Milano e Torino fra 30 anni assomiglieranno a Dallas nel Texas, Roma ad Adana, in Turchia, Madrid a Fez, in Marocco.

La Sinistra: 'Mendrisio applichi il modello di Sion'

Ecco perché, insistono le due consigliere, occorre cambiare rotta nel segno di “più verde, più blu e meno grigio” (quindi cemento). Mendrisio, suggeriscono, potrebbe replicare il modello applicato a Sion. Il capoluogo vallesano si è dato delle linee guida politiche (e una guida vera e propria) per incidere sul territorio (pubblico e privato). Come? facendo leva sulla pianificazione, promuovendo una “nuova cultura nel costruire e nel gestire il costruito”, ripensando l’arredo urbano, puntando sul proprio patrimonio arboreo e riqualificando le vie d’acqua. Tutto finalizzato ad attenuare gli effetti negativi del riscaldamento climatico.

E a Stabio ci si prende cura della biodiversità

L’autorità del Comune di confine ne è convinta: “In città, ogni metro quadrato di verde estensivo è un passo concreto a favore della natura e della conservazione delle specie. Come Chiasso e Mendrisio (cfr. ‘laRegione’ del 22 luglio), anche Stabio è deciso, dunque, a “ottimizzare la gestione del verde urbano”. L’obiettivo? “Migliorare le condizioni di vivibilità per i cittadini e la biodiversità presente nel nostro territorio”. Si comincerà dall’individuazione delle superfici “potenzialmente utilizzabili”, per poi mettere a punto dei progetti con il supporto di specialisti. Sarà un test che darà modo di valutare la possibilità di estendere l’esperienza al territorio locale. «L’Ente pubblico deve prestare sempre maggiore attenzione –ha spiegato il sindaco Simone Castelletti –, proprio per favorire la biodiversità e quindi la qualità naturale degli spazi verdi». Del resto, è lo stesso Consiglio federale a spingere i Comuni a fare spazio alla biodiversità, sensibilizzando così anche la popolazione. “Occorre quindi garantire in misura maggiore la disponibilità di aree verdi negli insediamenti – ribadisce l’esecutivo illustrando la sua strategia –, favorire la loro interconnessione e provvedere alla loro qualità naturale”.