Il Municipio, in risposta a un’interrogazione, ribadisce che se non si sbloccano le opposizioni alla variante di Pr, la struttura rimarrà chiusa
Il Municipio di Lugano lo ha ribadito. Per la piscina di Carona, fintantoché non si sbloccano le opposizioni alla variante di Piano regolatore (Pr) che impediscono lo sviluppo del progetto di rilancio dell’intero comparto, ovvero il Glamping del Tcs, non è prevista una riapertura. L’esecutivo, in risposta a un’interrogazione del gruppo della Sinistra – primo firmatario Edoardo Cappelletti – informa che a titolo prudenziale, e se il progetto del Tcs verrà sbloccato, viene ipotizzata una riapertura per il periodo 2027-2028. Ricordiamo che il Glamping comporterebbe da parte della Città un investimento di 10,5 milioni di franchi per la realizzazione delle nuove vasche, di un nuovo corpo centrale e la realizzazione di una sala multiuso per il quartiere. Il resto sarebbe a carico del privato Tcs. In relazione ai costi: “Sono stati quantificati interventi urgenti a livello di impiantistica e struttura superiori a 250mila franchi ai quali vanno aggiunti oneri di gestione per le spese del personale che ammontano a 245mila franchi”. Ma anche che “eventuali investimenti per la messa a norma dell’impiantistica attuale, con interventi puramente palliativi e stimati da una valutazione di esperti in 500mila franchi, non garantirebbero la normale messa in attività dell’impianto”.
Non sussiste nemmeno una possibilità di apertura per i soli due mesi di luglio e agosto (come chiesto nell’atto parlamentare) né degli spazi verdi al pubblico.“La fase di preparazione all’apertura annuale di giugno, vista l'ampia dimensione del comparto, inizia di fatto con il mese di marzo e si protrae fino a fine maggio: taglio dell'erba e delle siepi, pulizia e verifica della zona bosco, verniciatura e riempimento delle vasche, controlli all'impiantistica e altri piccoli lavori di manutenzione. Nel corso dei mesi di settembre e ottobre si svolgono lavori di messa fuori servizio dell'impiantistica, la pulizia e messa in sicurezza per l'inverno dell'intera struttura. Non avrebbe di conseguenza alcun senso aprire la piscina per due mesi all'anno perché i costi di gestione e manutenzione di fatto non cambierebbero”. Stesso discorso per l’area di svago all’aria aperta: “L’accessibilità degli spazi verdi al pubblico è preclusa per un tema di sicurezza”. Per l’esecutivo, la struttura, se non custodita, “rischia di comportare gravi danni agli utenti”. In particolare si riferisce alla vasca vuota e al trampolino da 10 metri.
Il Municipio auspica che la situazione “si sblocchi e permetta in tempi ragionevoli lo sviluppo del comparto”. Nel frattempo, l’associazione X Carona ha lanciato una raccolta fondi per provare a coprire i costi di manutenzione e garantire la riapertura della piscina.