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Chi siamo e da dove veniamo: i 70 anni della Società Storica

Il 14 dicembre del 1954 la costituzione di un gremio locarnese per la salvaguardia del patrimonio antico. Oggi lo presiede Rachele Pollini-Widmer

Rachele Pollini-Widmer con, sullo sfondo, un’immagine di Locarno verso il 1880, acquarellata da Filippo Franzoni
14 dicembre 2024
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Sette decenni di storia per raccontare la storia locale. E farlo, preferibilmente, senza la pesantezza, la pomposità e l’élitarismo. Oggi, 14 dicembre 2024, la Società Storica Locarnese festeggia l’importante traguardo dei 70 anni. Lo fa con una squadra di comitato presieduto da una donna – Rachele Pollini-Widmer, la prima nella storia della Società –, che vede un’altra donna come sua vice – Maria Isabella Angelino – più Ilaria Filardi-Canevascini e Laura Pedrazzini. L’organo dirigenziale si completa con altri profili importanti come Orlando Nosetti, Gianni Quattrini, Simone Romerio, Riccardo Maria Varini, Mauro Belgeri e Michele Moretti. Tutta gente che alla passione per la storia locarnese sa abbinare volenterosità e impegno. E con i tempi che corrono non è poco.

Il contesto in cui nasce la Società Storica Locarnese è quello del dopoguerra: siamo negli anni 50 e non esistono ancora né la Biblioteca cantonale, né tutti i musei che abbiamo oggi. «C’era però un certo fermento nella volontà di salvaguardare il patrimonio antico, soprattutto della regione del Locarnese, raccogliendo e conservando documenti che sono poi parzialmente confluiti nell’archivio della Società Storica». La presidente Pollini-Widmer lo ricorda facendo riferimento a figure imprescindibili come il primo presidente e il primo segretario, Fausto Pedrotta e Virgilio Gilardoni (quest’ultimo rileverà nell’incarico Pedrotta dopo la sua morte, avvenuta pochi anni dopo). «Obiettivi dei fondatori erano anche altri – prosegue –: costituire una biblioteca specializzata in studi, scritti e documentazione sulla storia del Locarnese, mettendola a disposizione dei ricercatori e del pubblico interessato; promuovere pubblicazioni e studi di storia, storia dell’arte e archeologia legati in prevalenza al Locarnese; nonché appoggiare nuove ricerche».

Sotto questi auspici si era dunque tenuta, il 14 dicembre 1954, l’assemblea costitutiva della Società Storica. Che indefessamente lavorerà nei decenni a seguire, con sempre nuovi impulsi, per documentare i fatti locarnesi e portarli quanto più possibile alla conoscenza del pubblico. Questo, fino a oggi e anche in futuro. «Bisogna considerare che la maggioranza dei soci è locarnese, quindi il focus è sempre stato messo su questa porzione di territorio. Il fatto che attorno alle tematiche locali vi sia un interesse sempre vivissimo è confermato dalla nutrita presenza di spettatori alle serate proposte – rileva Pollini-Widmer –, e lo stesso successo viene riscontrato quando il tema è più generale ma il relatore locarnese».

Il Bollettino per la divulgazione

Un aspetto sicuramente da sottolineare è lo… storico tentativo della Società Storica di favorire la partecipazione di giovani freschi di laurea. «Questo in effetti è sempre stato un po’ il pallino di Ugo Romerio, che alla presidenza era stato prima del mio predecessore, Rodolfo Huber. Romerio – cui si deve il grande merito di aver fatto nascere, nel ’98, il Bollettino – intendeva il contesto della Società Storica come una palestra per i giovanissimi. Questo anche considerando che il nostro sodalizio non è assolutamente riservato agli storici di formazione e agli specialisti. Tutt’altro: noi vogliamo aprirci e coinvolgere il pubblico degli appassionati. Proprio in quest’ottica nel Bollettino della Società Storica si trovano da sempre contributi di persone con una formazione accademica in storia o storia dell’arte, ma anche firmati da “semplici” appassionati di storia capaci di produrre articoli ottimi e ben documentati. Un esempio significativo in questo senso è quello dell’ex sindaco di Locarno Diego Scacchi, che non è storico ma avvocato e ogni anno garantisce un suo sempre valido contributo da pubblicare sul Bollettino. Poi vi sono scritti curati da specialisti in altre materie, come ad esempio la geografia, che portano tematiche storiche legate alla loro disciplina; oppure ancora economisti, come il membro di comitato Orlando Nosetti, che quest’anno ha preparato un bel servizio sulla Fabbrica Tabacchi di Brissago, a cavallo fra storia ed economia».

Da Casa Varenna al prete sotto accusa

Ma tutti i contributi sono degni di nota. Segnaliamo quello di Marina Bernasconi Reusser, Renzo Iacobucci e Laura Luraschi, i quali presentano il progetto “Ticinensia Disiecta”, avviato nel 2015 presso il Centro di competenza per il libro antico insediato alla Biblioteca Salita dei Frati di Lugano; la ricerca di Stefano Anelli sull’intricato caso giudiziario incentrato a inizio Ottocento sulla figura del prete asconese Carlo Zenna, accusato di omicidio; la “Breve storia urbana del comparto di Casa Varenna”, curata dall’architetto Michele Bardelli, argomento a lui particolarmente congeniale in quanto sorretto da un interesse personale vivo fin dall’epoca degli studi e ora riconosciuto e valorizzato dal mandato professionale affidatogli per il restauro e la riqualifica dell’edificio attualmente in corso; o, ancora, il ritratto di Claudio Baccalà realizzato dallo storico dell’arte Claudio Guarda, per non dimenticare le vicissitudini dell’antico torchio di Brione s/Minusio, gestito in forma consociativa e strettamente legato all’alpicoltura della montagna di Cardada. Il Bollettino è in vendita al prezzo di 30 franchi presso la Libreria Locarnese, oppure lo si può richiedere alla Società stessa (info@societastoricalocarnese.ch).

Oltre a questo, la Società Storica è un punto di riferimento per chi avesse bisogno di informazioni o consulenza oppure volesse condividere materiale storico. E a proposito di coinvolgimento, non può essere taciuto quello della Società Storica, con appuntamenti e conferenze, nelle celebrazioni del Centenario del Patto di Locarno, in programma l’anno prossimo.