Bellinzonese

Incastrato dai sensi di colpa dopo due anni

Prima di andare in polizia a confessare tutto, il 48enne che ha ucciso la moglie a Monte Carasso si è rivolto a un parroco

13 luglio 2018
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Se non fosse stato per i rimorsi che l’attanagliavano, al punto da spingerlo a confidarsi con un parroco e poi a raccontare tutto in polizia a Locarno, l’avrebbe scampata liscia. Stando a nostre informazioni, l’ex marito non era infatti mai stato ritenuto un sospettato per la morte avvenuta nel luglio del 2016 della sua precedente consorte, dalla quale si era separato un paio d’anni prima. Dagli elementi raccolti dopo il decesso, compresi i risultati dell’autopsia, appariva infatti plausibile che la donna – una 48enne residente a Monte Carasso – fosse deceduta a causa di un gesto estremo e quindi senza l’intervento di terzi. Si trattava invece del risultato di una messinscena attuata dall’ex marito con cui aveva anche avuto dei figli.

La confessione e il successivo arresto del 48enne residente nel Locarnese sono arrivati a inizio maggio, a quasi due anni dal ritrovamento del cadavere della donna all’interno della sua abitazione. La dinamica dell’uccisione raccontata dall’uomo difeso dall’avvocato Pietro Croce trova riscontro nei dati raccolti dal medico legale nel 2016: a mani nude e senza l’utilizzo di alcuna arma, l’uomo avrebbe soffocato o strangolato l’ex moglie per poi tagliarle i polsi in modo da simulare un suicidio e nascondere così il suo reato. Ciò che in effetti era riuscito a fare. La notizia dell’arresto è stata divulgata pubblicamente da Polizia cantonale e Ministero pubblico solo ieri, dopo che a maggio avevano chiesto ai media di non rivelarla per evitare di intralciare la delicata fase dell’inchiesta ancora in corso.

Gli elementi forniti dall’uomo durante la sua confessione spontanea hanno infatti permesso agli inquirenti di effettuare ulteriori accertamenti che, negli scorsi giorni, hanno portato all’arresto di un’altra persona sospettata di essere coinvolta nell’assassinio. Si tratta della nuova moglie del 48enne, una 39enne di cittadinanza straniera residente nel Locarnese, con la quale era già sposato al momento del delitto. L’inchiesta affidata alla procuratrice pubblica Chiara Borelli dovrà ora stabilire quali siano le precise responsabilità e il ruolo della donna ­­– difesa dall’avvocata Michela Pedroli – che al momento si direbbe estranea ai fatti. Appare per contro già chiaro il reato di cui il 48enne dovrà rispondere: per lui si prospetta l’ipotesi di assassinio, in via subordinata di omicidio intenzionale. Per quanto riguarda il movente, all’origine del gesto sembrerebbero esserci dei problemi economici legati al divorzio.