I livelli in matematica e tedesco (o meglio detti 'Corsi attitudinali' e 'Corsi base') sono «molto inefficaci», mentre per sviluppare al meglio le competenze degli allievi «è necessario dare ai docenti le condizioni di lavoro favorevoli» per seguire al meglio ogni ragazzo, adattando l'insegnamento con un approccio il più possibile “su misura”. Come durante i laboratori e gli atelier, momenti didattici privilegiati svolti a metà classe che il progetto di riforma della 'Scuola che verrà' contempla a partire già dalla prima media in numerose discipline.
Obiettivo: differenziazione pedagogica nel gruppo-classe eterogeno. Tradotto: insegnamento il più possibile personalizzato in una classe con allievi deboli e forti. Resta questo il punto centrale della riforma della scuola dell'obbligo, anche dopo la fase di consultazione sul progetto che ha portato il Dipartimento dell'educazione (Decs) a rivedere alcune proposte (come il mantenimento della media aritmetica per accedere a liceo e commercio, in un primo tempo abolito).
La “versione 2.0” del modello è quindi pronta ad essere sperimentata ed è stata presentata alla stampa dal direttore del Decs Manuele Bertoli. Il messaggio con la richiesta di credito (poco più di due milioni all'anno) per attuare la sperimentazione ha ricevuto l'avallo del governo.
Sperimentazione che scatterà, parlamento permettendo, a settembre 2018 in sei sedi (tre di scuola elementare, tre di scuola media) e durerà tre anni. «Un tempo sufficiente per monitorare la riforma e le competenze sviluppate dagli allievi», aggiunge Emanuele Berger, capo della Divisione scuola.
Vuoi saperne di più? Il Dipartimento illustra alcuni esempi di come oggi è già attuata la differenziazione pedagogica grazie ad alcune testimonianze. Clicca qui per i video.