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Dopo la smentita, Foa scrive: 'Onestà'. Ma il caso finisce su Butac

(©Ti-Press / Gabriele Putzu)
28 giugno 2017
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“'Il Corriere del Ticino' non è ovviamente contento di aver sbagliato – e non lo sono neanch’io per aver rilanciato quel documento sul blog – ma ha optato coraggiosamente per la trasparenza. E in prima pagina. Meglio la dignità delle scuse in buona fede, a cui ovviamente mi associo, che confidare in un comodo ma menzognero oblio mediatico”. L'amministratore delegato di MediaTi Marcello Foa commenta così la rettifica relativa all'articolo del 'CdT'. Articolo secondo il quale la polizia federale tedesca avrebbe nascosto informazioni su atti terroristici per non creare allarmismi e che si è rilevato falso. Tanto da venir per l'appunto smentito oggi, una settimana dopo, in prima pagina sul foglio di Muzzano. “Io non posso che elogiare – scrive quindi Foa – la scelta della direzione del giornale del gruppo di cui sono Amministratore delegato. Da sempre sostengo che uno dei principali problemi della stampa, nonché causa della progressiva caduta della sua credibilità, risiede nella tendenza, piuttosto diffusa, a non ammettere i propri errori quando si ha evidenza di averli commessi. Se si sbaglia si tende a nascondere. La grande notizia si spara in prima pagina, la rettifica si relega in poche righe a pagina 32 o non si pubblica affatto”.

Intanto però il caso è finito su 'Butac-Bufale un tanto al chilo', noto portale italiano. “Come Butac – si legge sul blog che conta migliaia di lettori – quello che vorrei dire a voi lettori è che una testata che pubblichi uno scoop di quel genere dovrebbe perlomeno riportare anche una dichiarazione della polizia tedesca che sarebbe all’origine del documento, sarebbe onesto chiederla e pubblicarla, lasciando al lettore la facoltà di scegliere se fidarsi dell’inchiesta o della presa di distanze da parte della polizia”.