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Lungo il cantiere infinito dell'autostrada A9

Iniziati a maggio 2019, i lavori di riqualifica tra Grandate e la dogana di Brogeda non sono ancora terminati

Veduta sul cantiere
(Ti-Press/Elia Bianchi)
23 novembre 2024
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‘Lungh ’me la Fabrica del Domm’. C’è chi si rifà al modo di dire tipicamente meneghino per riferirsi a qualcosa di interminabile come i lavori lungo l’Autostrada dei Laghi A9, tra Grandate e Brogeda che, iniziati nel maggio 2019, ancora non si sa quando termineranno. Così come la costruzione e il restauro del Duomo di Milano, iniziati nel 1387 e che continuano. Solo che la storia infinita della Cattedrale di Milano, intrecciandosi con la vita stessa della sua gente è motivo di vanto dei milanesi, anche perché il cantiere della Veneranda Fabbrica non provoca disagi ma testimonia la laboriosità dei meneghini. Non altrettanto si può dire per i lavori lungo la A9, che nel corso degli anni hanno fatto scorrere un fiume di parole. Le cronache quasi quotidiane sono state (e continuano a esserlo) inzuppate di parole come: delirio, incubo, caos, proteste, colonne, ritardi, disagi e via di seguito. Un fiume, peraltro, ancora in piena.

Elevata densità di infrastrutture in poco più di otto chilometri

I disagi causati, seppur a intermittenza, derivati dalla chiusura della A9, sono dovuti anche al fatto che non ci sono percorsi alternativi, anche se molti automobilisti hanno cercato scappatoie passando da Gaggiolo, Bizzarone e valichi minori. L’apertura dei cantieri lungo il tratto della A9 a ridosso del Canton Ticino, nell’ambito di un piano nazionale della rete autostradale gestita da Autostrade per l’Italia, si è imposta a seguito del crollo del viadotto Polcevera (conosciuto come Ponte Morandi) di Genova, che il 14 agosto 2018 ha causato 43 vittime. Insomma, su tutto ha vinto la sicurezza, per evitare brutte (e colpevoli) sorprese. Gli 8 chilometri e i 500 metri tra la barriera di Como-Grandate e il confine svizzero presentano un’elevata densità di infrastrutture, caratteristica che ha reso complessa la pianificazione dei lavori. In una manciata di chilometri ci sono 2 chilometri di galleria e 1,7 chilometri di viadotti. Cinque le gallerie a doppia canna, per un totale di 10 forbici, e 7 viadotti. Un concentrato senza eguali in Italia, quello dell’autostrada che vanta un primato mondiale. L’Autostrada dei Laghi (A9 Lainate-Chiasso e A8 Milano-Varese) che nel settembre scorso ha festeggiato il primo secolo di vita: una longevità che le consente di essere la prima a essere stata realizzata nel mondo. L’Autolaghi è l’unica autostrada italiana ad avere cinque corsie, da Milano a Lainate, snodo in cui ci sono le diramazioni verso Como e verso Varese. Da Lainate a Como Grandate dal maggio 2012 ha tre corsie, dal luglio dello stesso anno le tre corsie ci sono anche in direzione di Milano.

L’investimento supera i 60 milioni di euro

La A9 da sempre riveste un’importanza fondamentale (cresciuta forse troppo in quanto non ci sono alternative) per il territorio, come via di collegamento per le merci che dall’Italia viaggiano verso la Svizzera e il Nord Europa e viceversa (oltre 3 milioni di Tir all’anno) e per il traffico leggero (30mila veicoli al giorno tra Chiasso e Como per ognuna delle due direzioni di marcia, per via del forte incremento dei frontalieri e dei turisti). Numeri che in rapporto alla lunghezza del tracciato fanno della A9 (31,5 chilometri) l’autostrada italiana più trafficata. La presenza di gallerie e di viadotti tra la barriera di Como Grandate e il confine con la Svizzera e soprattutto l’urgenza di una totale messa in sicurezza delle infrastrutture ha imposto il più importante programma di lavorazione, con un investimento inizialmente indicato in oltre 60 milioni di euro. Somma che per quanto è dato sapere sarebbe già stata abbondantemente superata.

Tra verifiche e ammodernamenti

A partire dal 2020 all’interno dei 10 fornici delle gallerie Monte Olimpino, Monte Quarcino, Terrazze, Villa Maria e San Fermo, sono state effettuate approfondite verifiche grazie all’impiego di tecnologie di ultima generazione come georadar e tomografia a ultrasuoni. I cinque tunnel sono stati ammodernati e dotati di sistemi di impermeabilizzazioni. Sono state ricostruite alcune parti strutturali dei fornici, con il risultato di aver allungato la vita delle cinque gallerie per altri 50 anni. Ulteriori controlli sui cinque tunnel stanno comportando nuove chiusure che salvo novità dell’ultima ora dovrebbero esaurirsi prima delle feste natalizie. Nelle ultime ore si è appreso che sono terminati in anticipo i lavori concentrati sul viadotto Fati, a un paio di chilometri dalla dogana di Brogeda, in territorio di Ponte Chiasso, che negli ultimi giorni hanno causato disagi in direzione di Chiasso. La fine di questi lavori era stata annunciata entro la festività dell’Immacolata, al fine di agevolare gli spostamenti. Venerdì mattina, un po’ a sorpresa, automobilisti e camionisti non hanno più trovato cantieri. Via segnaletica e barriere, per cui è stato ripristinato il pieno utilizzo della carreggiata.

Gli altri lavori in corso

L’esperienza insegna che l’Immacolata dà il via al traffico dei turisti svizzeri e del Nord Europa. Su alcuni viadotti gli interventi di messa in sicurezza sono già stati effettuati, senza creare problemi. A sud di Como Grandate è in fase avanzata la sostituzione di 8,5 chilometri di barriere di sicurezza, mentre è in programma il potenziamento all’altezza di Ponte Chiasso dei sistemi fonoassorbenti per oltre 2 chilometri per migliorare l’impatto acustico. Alla fine di quanto fin qui scritto si impone una domanda: quando si potrà viaggiare tra Como Grandate e il confine svizzero, e viceversa, senza ostacoli? Azzardiamo una risposta, nella speranza di non essere smentiti: prima dell’estate del prossimo anno.