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Tre anni dopo, l’Ambrì vince a Lugano ‘con la forza del gruppo’

I biancoblù tornano a imporsi alla Cornèr Arena dopo un avvio nella tempesta. Cereda: ‘Poi abbiamo vinto più duelli’. Fazzini: ‘Fa malissimo perdere così’

(Ti-Press/Crinari)

Lugano – Questo momento l’Ambrì l’aspettava da quel sabato di fine febbraio 2020, da quel deprimente derby a spalti vuoti in una depressiva fine d’inverno cancellata dall’arrivo della pandemia: quasi tre anni dopo, i biancoblù tornano a vincere a Lugano, al termine di una serata invero cominciata male per gli uomini di Cereda, con quel (regolarissimo) tocco di pattino di Daniel Carr, su impreciso ma lucido tocco al centro di Fazzini, per il gol d’apertura bianconero al 10’43’’.

A quel momento, però, il 248esimo derby della storia non ha ancora detto l’ultima parola. Infatti, è in un secondo tempo combattuto e un po’ caotico che la partita comincia a prendere la sua piega definitiva, con i biancoblù che affondano i colpi dimostrando la loro capacità di sfruttare le occasioni oltre a una lucidità indubbiamente maggiore rispetto ai sui rivali: prima segna Formenton, che sbuca alle spalle di Wolf su centro di Heim dopo un passaggio alla cieca di Riva nel terzo difensivo del Lugano (è l’1-1 al 22’57’’), poi Zwerger trova un tiro che più angolato non potrebbe essere, dopo un’accelerazione geniale di Heed all’indirizzo del liberissimo Bürgler, dimenticato da tutti sulla blu avversaria al 33’02’’.

Due gol in dieci minuti che, alla fine, pesano come macigni. Con l’Ambrì che, per essere chiari, dà tutta l’impressione di essere più in salute rispetto al Lugano, in un epilogo di partita in cui dagli spalti piovono applausi e qualche fischio. Pur se – questo è fuor di dubbio – nel terzo tempo i bianconeri le provano un po’ tutte per tornare, ma vuoi per imperizia, vuoi per le indiscutibili qualità di Juvonen contrapposte però all’inefficacia offensiva degli uomini di Gianinazzi, i padroni di casa restano con un urlo strozzato in gola. È l’urlo di Herburger, che a undici minuti dal termine è convinto di aver trovato il modo di segnare il pareggio: tuttavia, per lui e per il Lugano il problema è che a quel momento gli arbitri già hanno interrotto il gioco dopo il rinvio al volo di Zaccheo Dotti, che mette fine al periodo di superiorità numerica differita per una penalità fischiata a Trisconi. «Non cerchiamo scuse sulle decisioni degli arbitri: ormai hanno fischiato e non si può cambiare – dice un lucido Luca Fazzini –. Peccato, abbiamo iniziato bene, ma nei momenti chiave non siamo riusciti a concretizzare quanto prodotto. La prestazione c’è stata, ma non siamo riusciti a trovare la seconda segnatura. In questo momento tutto va in questo modo, mentre altre volte chiudi gli occhi e il disco entra. Abbiamo messo pressione su Juvonen, ma lui ha tenuto in piedi l’Ambrì nel terzo tempo. Certo che è una brutta sensazione perdere cosi: fa malissimo. La fortuna in questo momento non è dalla nostra parte, abbiamo perso un derby che poteva farci rinascere».

Zwerger: ‘Decisivi i tiri bloccati’

«È veramente bello tornare a vincere un derby, per tutti quanti: giocatori, società e tifosi. Ci prendiamo volentieri questi tre punti – dice un raggiante Dominic Zwerger –. Non so quando è stata l’ultima volta in cui ho segnato per due partite di fila, ma francamente non mi interessa: spero solo di continuare così ad aiutare la squadra. I nostri ‘blockshot’ sono stati assolutamente decisivi, così come l’enorme lavoro di squadra: alla fine penso che sia una grande vittoria di gruppo. È stato una partita equilibrata, entrambe le squadre hanno avuto molte occasioni: i due portieri sono stati molto bravi e la fortuna fa parte del gioco e stavolta è stata dalla nostra parte».

Però non basta la fortuna per vincere le partite. «Il terzo gol ci ha fatto molto bene – dice il coach biancoblù Luca Cereda, che al 47’44’’ ci ha visto giusto, radunando i suoi per il timeout –. Era un momento in cui stavamo perdendo qualche disco e qualche duello di troppo in difesa, così volevamo riconcentrarci e i ragazzi hanno reagito bene. Per il resto, a inizio partita abbiamo dovuto subire la tempesta, ma siamo riusciti a resistere, e poi dal secondo tempo via abbiamo vinto più duelli e ci siamo presi un piccolo vantaggio. Giocare per vincere partite combattute che valgono qualcosa, come alla Spengler, ci ha fatto bene, pur se allo stesso tempo ci è costato molte emozioni che in quest’ultimo periodo abbiamo faticato a ritrovare. Adesso avremo due settimane in cui avremo un po’ di tempo anche per tornare ad allenarci».

Quanto alle prossime settimane del Lugano, Luca Gianinazzi vede la situazione così. «Anche se le cose non vanno come esattamente vorresti, devi continuare a picchiare lo stesso chiodo: è l’unica soluzione che conosco – dice il tecnico bianconero –. Dobbiamo continuare a cercare soluzioni, a credere nella visione che abbiamo. Non devo preoccuparmi, semmai rimboccarmi le maniche e continuare a lavorare. L’Ambrì ha meritato, perché ha giocato bene, ma sui tre episodi che hanno portato alle prime tre reti non siamo stati furbi, ci siamo fatti del male da soli».

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