Culture

Il regista iraniano Mohammad Rasoulof condannato a 5 anni

Più volte premiato nei festival internazionali, il suo ultimo film sarà in concorso a Cannes. L'accusa: ‘Collusione contro la sicurezza nazionale’

Mohammad Rasoulof
(Keystone)

Il regista iraniano Mohammad Rasoulof è stato condannato a scontare cinque anni di carcere da un tribunale iraniano. Lo ha reso noto il suo avvocato. Rasoulof, più volte premiato nei festival internazionali e che porterà il suo ultimo film in concorso a Cannes, è stato condannato anche alla fustigazione, a una multa e alla confisca dei beni, ha riferito l'avvocato Babak Paknia su X. La notizia non è stata annunciata dai media ufficiali iraniani. Le accuse a Rasoulof sono di “collusione contro la sicurezza nazionale”. Il network Iran International riferisce che la condanna di otto anni in primo grado è stata confermata in appello.

Mohammad Rasoulof ha vinto l'Orso d'oro a Berlino con il film del 2020 ‘Il Male non esiste’, sulla pena di morte nel suo Paese. Non aveva potuto accettare personalmente il premio perché non gli era stato concesso un permesso di viaggio, in quanto agli arresti domiciliari a Teheran con il passaporto confiscato dopo che nel settembre 2019 aveva partecipato negli Stati Uniti al Telluride Film Festival. Pochi giorni dopo la cerimonia di premiazione, Rasoulof era stato condannato a un anno di carcere in Iran e al divieto di girare film per i successivi due anni, accusato, per i suoi film, di “propaganda contro il sistema”.

Il suo ultimo lavoro, ‘The Seed of the Sacred Fig’, è stato inserito nella selezione ufficiale del Festival di Cannes 2024, sede della sua prima assoluta. Il 52enne, sceneggiatore oltre che regista, è nato nel 1973 a Shiraz. È considerato uno dei principali esponenti del cinema iraniano contemporaneo. Ha studiato regia cinematografica all'Università di Teheran e ha iniziato la sua carriera negli anni 90. Il suo lavoro è stato spesso oggetto di controversie e ha anche in passato affrontato dure censure e condanne da parte delle autorità iraniane a causa della natura critica dei suoi film. Alcune delle sue pellicole più note includono ‘L'isola di ferro’ (2005), ‘Le bianche distese’ (2009) e ‘Addio’ (2011).

Rasoulof è stato attivo anche nel campo dei diritti umani e ha affrontato diverse sfide legali in Iran a causa delle sue opinioni politiche e del suo lavoro cinematografico.

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