Il governo nell'ambito della consultazione federale avanza dei dubbi: ‘Meno gettito, più oneri e aggravi per i Cantoni: servono soluzioni più semplici’
La Legge federale sull'imposizione individuale non scalda per niente il Consiglio di Stato ticinese che, abbondando con gli eufemismi, nella risposta alla consultazione promossa da Berna mette qualche puntino sulle i e fissa dei paletti.
Con ordine: il progetto del Consiglio federale consiste nel passaggio a una imposizione individuale modificata delle coppie sposate. Tre gli obiettivi: "Migliorare gli incentivi a svolgere un'attività lavorativa per il partner che consegue un secondo reddito; favorire l'uguaglianza fra donna e uomo; risolvere la cosiddetta penalizzazione fiscale del matrimonio".
L'imposizione individuale prevede un'unica tariffa per tutti i contribuenti, quindi il Consiglio federale propone alcune misure d'accompagnamento affinché il tutto sia equilibrato: la deduzione sociale per figli a carico viene aumentata da 6'500 franchi a 9mila; un'altra deduzione supplementare di 6mila franchi viene messa in campo per le economie domestiche composte da un solo adulto, così da equilibrare il risparmio. Una terza misura riguarda i coniugi con un unico reddito o con un secondo reddito basso. E siamo alle due varianti.
La prima "non prevede alcun correttivo per le coppie con reddito unico o un secondo reddito esiguo". La seconda "prevede un correttivo per le coppie monoreddito o con un secondo reddito basso, per mitigare l'onere maggiore che grava su tali coppie dovuto alla progressione delle aliquote". In soldoni, "è prevista l'introduzione di una deduzione decrescente per differenza di reddito a favore del coniuge con il reddito maggiore, che diminuisce progressivamente all'aumentare del secondo reddito". Tradotto: "Il coniuge con il reddito più elevato beneficia di una deduzione di 14'500 franchi se il reddito dell'altro coniuge è nullo". Quanto più questo reddito aumenta, tanto più la deduzione per la differenza di reddito si riduce fino a esaurirsi.
Ma il Consiglio di Stato ticinese, dicevamo, non ci sta. Innanzitutto perché “l’eliminazione della penalizzazione fiscale del matrimonio può essere ottenuta più rapidamente tramite soluzioni più semplici, come una correzione delle tariffe oppure l’introduzione del modello dello splitting”. E poi, perché “comporta anche degli importanti inconvenienti per i Cantoni”. Che alla fine chiamali “inconvenienti” stando al governo cantonale, il quale apre i ‘cahiers de doléances’ ed elenca cosa comporterebbe l’introduzione di un’imposizione individuale.
Si comincia con "un ridimensionamento del gettito fiscale. Le minori entrate stimate di un miliardo di franchi per l'imposta federale diretta ricadono sui Cantoni per il 21,2%, cui va ad aggiungersi l'impatto finanziario dell'attuazione a livello cantonale". Ci sarà "un maggior onere amministrativo per i Cantoni nell'accertamento e nella riscossione delle imposte. Il numero di nuovi incarti fiscali da trattare da parte delle autorità fiscali aumenterebbe di oltre 1,7 milioni in tutta la Svizzera e di oltre 85mila nel solo Cantone Ticino". E ancora: "Un aumento dell'impegno per gli stessi contribuenti (...). I coniugi, che di principio sottostanno al regime ordinario della partecipazione agli acquisti, saranno obbligati a ripartire gli elementi di reddito e di sostanza sulla base dei rispettivi rapporti di diritto civile, ciò comporterà inevitabilmente difficoltà e discussioni". Per ultimo: "Sarebbe fonte di nuove disparità di trattamento, risultando particolarmente vantaggiosa per le coppie sposate con doppio reddito, ma discriminatoria nei confronti delle coppie sposate monoreddito".
Insomma, l'aumento degli incarti "comporterebbe un notevole onere amministrativo aggiuntivo, che potrebbe essere solo in parte attenuato dall'informatica". Il discorso è valido per entrambe le varianti: "Il prezzo di questa riforma risulterebbe alto per i Cantoni, che si vedrebbero costretti a modificare la legislazione tributaria, adeguare i sistemi informatici, garantire la corretta informazione e coordinare le procedure di accertamento". Come se non bastasse, il Consiglio di Stato rileva che "l'imposizione individuale comporterebbe un aggravio anche nella riscossione delle imposte".