In Appello la pena aumenta di un anno. Riconosciuto il reato di tentato assassinio plurimo. Il 58enne dovrà curarsi in una struttura chiusa
Un anno in più di detenzione (8, seppur sospesi) rispetto alla sentenza di prima istanza è stato inflitto dalla Corte di Appello di Locarno al 58enne piromane di Solduno. L'uomo, nel marzo del 2017, aveva appiccato il fuoco nella cantina della palazzina in cui viveva allo scopo – secondo l'accusa – di uccidere tutti gli inquilini che vi abitavano e che avevano la colpa di averlo disturbato.
La Corte presieduta dalla giudice Giovanna Roggero-Will ha riconosciuto il reato di tentato assassinio plurimo sia rispetto agli inquilini, sia rispetto alla compagna dell'uomo, che con lui viveva nell'appartamento. In relazione all'atto d'accusa formulato dalla procuratrice Chiara Borelli e alla sentenza di prima istanza, non erano contestati l'incendio intenzionale e l'infrazione alla Legge federale sulle armi. Nella commisurazione della pena hanno pesato anche due ulteriori imputazioni: la rappresentazione di atti di cruda violenza e la pornografia.
In buona sostanza è stato rigettato l'appello dell'imputato e parzialmente accolto quello dell'accusa.
Elemento importante, sottolineato anche a più riprese dalla pp Borelli: l'obbligo, per l'imputato, di sottoporsi ad un trattamento stazionario in una struttura chiusa. Per questo motivo la pena di 8 anni di detenzione è stata sospesa. La speranza è che, curandosi, il 58enne possa mitigare le conseguenze della grave patologia psichiatrica che lo affligge.