Condannato dalle Assise criminali di Riviera a 28 mesi di cui sei da espiare. Pena inasprita rispetto a quanto chiesto dall'accusa
Esce da un bar di Biasca ubriaco e convince un passante a salire a bordo della sua auto per accompagnarlo a casa. Ma anziché portare il passeggero a Giornico, una volta giunto alla rotonda di Pasquerio un 32enne domiciliato in Val di Blenio imbocca l’entrata autostradale verso Bellinzona e inizia la sua folle corsa in auto. Una guida spericolata con velocità fino a 250 km/h, dopodiché forza un posto di blocco di polizia, ciò che innesca un inseguimento sulla cantonale, per fuggire guida in contromano, percorre tratti sul marciapiede e brucia dei semafori. Il tasso alcolemico dell’uomo è dell’1,82 per mille e una volta sobrio dichiara di non conoscere nemmeno la persona che ha fatto salire in auto. Anzi, era ubriaco a tal punto da essere convinto di avere a bordo un’altra persona. La vittima terrorizzata ha più volte supplicato di poter scendere, ma le sue richieste sono state vane e il malcapitato è stato zittito con un ‘stai tranquillo e non annoiare’.
Sono sostanzialmente questi i fatti, che sembrano tratti da una scena un po’ sghemba alla ‘Fast and furious’ in versione alcolica, ma che non lo sono perché è quanto realmente accaduto la notte del 23 agosto 2020 fra le 2 e le 3.20 tra Biasca, Bellinzona e Claro, dove infine l’uomo è stato fermato dalla polizia. L’imputato, che di questa folle corsa dice di non ricordare nulla, è stato condannato oggi dalla Corte delle assise criminali di Riviera riunite a Lugano a una pena di due anni e quattro mesi di cui 22 mesi sospesi per un periodo di prova di due anni. Al 32enne restano quindi sei mesi da espiare in carcere. Una condanna addirittura maggiore rispetto a quanto proposto dall’accusa, promossa dalla procuratrice Chiara Buzzi, che aveva chiesto una pena di 24 mesi sospesi per un periodo di prova di quattro anni.
Sono stati sostanzialmente confermati i reati elencati nell’atto di accusa: ripetuta infrazione grave qualificata alle norme della circolazione, ripetuta grave infrazione alle norme della circolazione, guida in stato di inattitudine, ripetuto impedimento di atti dell’autorità. Quanto al reato di sequestro e rapimento, la Corte presieduta da Siro Quadri lo ha derubricato in coazione. «L’agire dell’imputato ha messo fortemente in pericolo se stesso, la persona in auto con lui, ma anche gli altri utenti della strada e i potenziali pedoni. Come pure la polizia che è stata costretta a inseguirlo», ha rimarcato il presidente. La Corte non ha ritenuto possibile confermare i 24 mesi proposti dall’accusa per il fatto che l’imputato è recidivo: già cinque anni fa aveva guidato ubriaco da Biasca a Bellinzona. «È vero che l’imputato non è l’esempio del criminale, ma queste infrazioni sono considerate gravi dalla Legge. E la strada è un ambito in cui i reati di cui stiamo parlando sono severamente puniti», ha fatto presente Quadri. «Il codice della strada è stato violato per un tragitto lungo: da Biasca a Bellinzona e anche fuori dall’autostrada, in zone più sensibili ha proseguito a velocità esagerata e con una guida spericolata», ha aggiunto. «Definire tutto ciò soltanto una ‘bullata’ non è possibile, è molto più grave. Inoltre quando l’imputato ha cominciato a bere sapeva che in seguito si sarebbe messo al volante».
«Quanto accaduto poteva trasformarsi in una tragedia», ha rilevato dal canto suo la procuratrice Buzzi durante la requisitoria. A mente dell’accusa l’imputato si è comportato in modo sconsiderato e non si è fatto scrupoli a coinvolgere un ignaro passante. «Ha eluso un posto di blocco e allo scopo di seminare la pattuglia ha iniziato a percorrere tratti in contromano e sul marciapiede, come se fosse in un videogioco». L’imputato mentre guidava a folle velocità diceva tra sé e sé: ‘adesso li frego io’, riferendosi ai poliziotti. «Per fortuna era notte e sul marciapiede non c’era nessuno, ma non si sono verificati incidenti solo per mera casualità», ha evidenziato. Oltre alla folle velocità di 250 km/h in autostrada, l’atto d’accusa riporta altre gravi infrazioni: ad Arbedo, in via Molinazzo, all’altezza della rotonda, l’imputato ha oltrepassato la doppia linea di sicurezza, circolando contromano fino alla rotonda all’altezza della stazione Ffs di Castione alla velocità di 150 km/h malgrado il limite di 80. A tutta velocità è sfrecciato anche lungo viale Portone, tra 90 e 100 km/h malgrado il limite di 50. Pure in via San Gottardo a Bellinzona, dopo aver eluso il blocco di polizia, il 32enne ha accelerato in direzione nord circolando a 90/100 km/h dove il limite è di 50. Dopodiché ha continuato la corsa fino a Castione, circolando a 130 km/h dove il limite è di 80, raggiungendo il paese di Claro, viaggiando a 60 km/h dove il limite è di 30.
La difesa, rappresentata dall’avvocato Rossano Guggiari, non ha avuto obiezioni sulla pena proposta dall’accusa ma per il periodo di sospensione con la condizionale ha chiesto alla Corte di non superare i due anni. Il patrocinatore ha fatto notare che oggi il suo assistito non beve e non guida nemmeno più a causa di quanto accaduto. «Il nostro sistema penale deve mirare alla redenzione. Una pena troppo severa potrebbe essere controproducente», ha rimarcato l’avvocato. Riguardo alla condanna pronunciata oggi è praticamente sicuro che la difesa interporrà ricorso in Appello.