Svizzera

Vittime di misure coercitive, criticata la dotazione del fondo per gli indennizzi

30 settembre 2015
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In consultazione fino ad oggi, il controprogetto indiretto all’iniziativa popolare per indennizzare le vittime di misure coercitive è stato piuttosto ben accolto: criticati sono l’ammontare insufficiente del fondo e la partecipazione non obbligatoria dei cantoni.

Il comitato promotore dell’iniziativa popolare, dove sono rappresentati tutti i maggiori partiti ad eccezione dell’Unione democratica di Centro (UDC), si è detto piuttosto contento del controprogetto del Consiglio federale, soprattutto perché consente un rapido indennizzo delle vittime, che spesso sono in età avanzata o non in buona salute. Gli iniziativisti intendono comunque aspettare l’esito dei dibattiti parlamentari per decidere se ritirare o meno l’iniziativa.

 Socialisti e Verdi criticano però l’insufficienza del contributo pubblico previsto: gli storici valutano il numero di vittime a circa 20’000, una cifra ben superiore a quella persa in considerazione dal governo (12-15mila). Di conseguenza gli indennizzi ammonterebbero a 15’000 franchi a persona e non a 20-25mila, come avanzato dal Consiglio federale. E "vista la gravità delle ferite fisiche, degli abusi sessuali, delle sterilizzazioni forzate, dei provvedimenti amministrativi e degli esperimenti medici l’ammontare medio di 25’000 franchi è già calcolato in modo stretto".

In Svizzera, fino al 1981, decine di migliaia di persone sono state internate sulla base di decisioni amministrative, senza esame di un tribunale. Molte donne sono state sottoposte a sterilizzazione o costrette all’aborto, migliaia di bambini sono stati dati in adozione contro la volontà delle loro madri o collocati in istituti e costretti a lavorare senza remunerazione.

L’iniziativa "Riparazione a favore dei bambini che hanno subito collocamenti coatti e delle vittime di misure coercitive a scopo assistenziale", che ha raccolto 108’709 firme valide, propone l’istituzione di un fondo per risarcire le vittime di 500 milioni. Il controprogetto del Consiglio federale prevede invece un fondo di 300 milioni a favore delle circa 12’000‐15’000 vittime (circa 20-25 mila franchi a testa a seconda del numero di persone che si annunceranno).

 Altro punto del controprogetto governativo criticato dai promotori dell’iniziativa popolare è la base volontaria del contributo al fondo pubblico da parte dei cantoni e delle organizzazioni (comuni, chiese, associazioni contadine, industria farmaceutica). (ats)