Dopo la varroa, una nuova minaccia si staglia sulle api della Svizzera. Ieri nel canton Giura è stato individuato il primo calabrone asiatico su suolo elvetico. Lo annuncia Apiservice, l'organizzazione interprofessionale degli apicoltori, precisando tuttavia che non vi è motivo di panico. Per l'essere umano, peraltro, il calabrone asiatico non è più pericoloso di quello indigeno.
Detto anche Vespa velutina, è stato individuato per la prima volta nel 2004 nei pressi di Bordeaux, si è diffuso in Francia, Germania, Italia (nord-ovest del Piemonte e Liguria), Belgio, Spagna e Portogallo.
I temibili cacciatori si pongono in volo di fronte a un'arnia – a volte anche in gruppo – e attendendo che le malcapitate api escano. Poi le catturano in volo e le uccidono. Gli insetti 'domestici' per paura si rintanano nell'alveare senza così uscire per raccogliere polline e nutrimento. Così facendo, l'intera popolazione si indebolisce. Le conseguenze possono essere disastrose: in colonie non particolarmente forti la perdita di api può essere anche dell'85%.
Apiservice invita le apicoltrici e gli apicoltori a monitorare attentamente la situazione e a informare tempestivamente il Servizio sanitario apistico (Ssa) in caso di avvistamenti del predatore. Per permettere l'identificazione, gli insetti catturati sono da spedire per posta A ad Apiservice.
"La migliore lotta contro il calabrone asiatico è l'eliminazione dei suoi nidi", precisa Apiservice.