Quale ricordo vogliamo lasciare di noi ai nostri cari, ai nostri amici e conoscenti una volta scomparsi da questa terra? Non sempre in vita abbiamo, infatti, l’audacia di parlare di morte. Soprattutto della nostra. Così sempre più persone si affidano a esterni del proprio nucleo di conoscenze, vere e proprie aziende in grado di accogliere i testamenti morali e tradurli, a tempo debito, in sogni realizzati. Fra queste vi è ‘Thanatos & Me’ con sede a Carouge nel Canton Ginevra. Lo dirigono Caroline Barbier-Mueller e Isabelle de Muralt, due sorelle, due storie, due percorsi di vita, come raccontano nel loro sito thanatosandme.ch. La prima, specialista di lungo corso nella comunicazione e nel marketing, la seconda, artista, illustratrice e scenografa. È proprio Isabella che un giorno racconta alla sorella di quanto capitato durante il funerale di un’amica: appassionata di cucina aveva lasciato “in eredità” a chi le aveva voluto bene un libro di ricette. Più dolorosa l’esperienza con la morte di Caroline: solo la consegna da parte del figlio di una playlist (dall’hard rock alle canzoni francesi) le rende conforto alla cerimonia funebre, in seguito all’addio precoce per un tragico incidente.
«Nella nostra società è importante saper dire addio alle persone che se ne vanno – ci spiegano le due titolari – eppure, troppo sovente, assistiamo a delle celebrazioni senza alcun legame con quella che è stata la vita del defunto, addirittura senza alcuna personalizzazione. Ciò che avvertiamo, dunque, è frustrazione e delusione: lo scomparso avrebbe forse preferito un addio a sua immagine, rendendolo presente anche nel post mortem». Nasce così la convinzione di permettere a ciascuna persona di passare nell’aldilà, qualunque esso sia, per religione o convinzione personale, senza rimorsi o rimpianti. Un lutto all’insegna del “lasciarsi bene”. ‘Thanatos & Me’ è nato proprio da questa convinzione: dare a ognuno la possibilità, ancora in vita, di esprimere i propri auspici redigendo un “dossier dei desideri”. Sono, infatti, molti oggi coloro che si affidano a questa pratica. In Corea del Sud, addirittura, è possibile prenotare, pagando, il pubblico del vostro funerale, “invitandolo” a spendere per voi copiose lacrime e “spontanei” applausi. Come è possibile chiedere che le vostre ceneri siano mischiate con dei semi per trasformarvi così in un lussureggiante albero. Basta sborsare denaro. Quello che vi permette, se cremati, di utilizzare quanto rimasto per fare un diamante ai vostri eredi (eccentrica proposta pubblicizzata recentemente su grandi cartelloni da un servizio funerario romano). A Seul, ancora, c’è poi chi organizza “l’ultimo saluto” per i cadaveri... non reclamati, raddoppiati negli ultimi quattro anni.
«Il nostro è un servizio che va oltre il testamento spirituale – ci spiega Caroline Barbier-Mueller –, è un raccogliere quello che vogliamo per il nostro funerale. Abbiamo molte persone che lo fanno e si interessano a questo. Il vantaggio del nostro sito sta nel fatto che le persone non devono venire da noi in carne ed ossa, ma possono lasciare le loro considerazioni via internet, senza esserci un filtro di un’altra persona, senza avere contatti con altri, basta solo completare il dossier. I risultati sono diversi: lo si può chiudere in una sola volta, così da stamparlo e averlo con voi, in modo che noi non abbiamo più accesso; oppure è possibile lasciarlo “in linea” così da avere la possibilità di accedervi più volte, per cambiare o modificare alcuni desiderata. Facendo ciò dite a una persona da voi indicata che su quel sito (il nostro appunto) è depositato il vostro dossier e che al momento della vostra morte è possibile accedervi annunciandoci del lutto così che noi possiamo sbloccarlo per il funerale».
Personalizzazione, quindi, è la parola d’ordine del funerale moderno: «Molti – ci confermano a ‘Thanatos & Me’ (Thanatos deriva dal greco θάνατος, morte, e rappresentava per questo il Dio della Morte) – non gradiscono pensare al proprio funerale come una cerimonia fotocopia, sempre la stessa, con le stesse musiche, gli stessi testi, vogliono qualcosa di diverso, di più personale. È per questo che si rivolgono a noi». Ma quali sono, nei particolari, queste prestazioni? Si va dalle indicazioni sul rito funebre (religione, stile, organizzazione, fiori e vino d’onore!), scelta delle letture, curriculum vitae da consegnare all’officiante, selezione delle musiche, trasmissione di lettere o messaggi a terze persone, una sorta di memo che contiene quello che il defunto vuole sia fatto dopo la sua morte da parte dei più prossimi, una check-list delle informazioni da consegnare ai familiari quali donazioni, conti bancari, testamento vero e proprio, per semplificarne così la ricerca, fino a una pagina segreta! Un sito sul quale vi è anche la possibilità di avere un proprio spazio riservato per caricarci fotografie, immagini, parole. E magari preannunciare come vogliamo essere truccati e vestiti.
Un mondo, quello del lutto, che si allarga sempre più ai social e alla rete. sito del gruppo Tamedia, per la regione romanda, raggruppa gli annunci mortuari pubblicati su 24 heures e sulla Tribune de Genève. Un’iniziativa che ripropone quanto avviene nei Paesi anglosassoni, Stati Uniti in primis, dove la morte di una persona si fa notizia comune, condivisa, allargata. Un’iniziativa che negli ultimi tempi ha portato a “scoprire” morti di conoscenti, magari incontrati durante una vacanza o in un corso di aggiornamento professionale, che all’improvviso non rispondevano più alle e-mail. Li ritrovi lì, su quelle pagine virtuali, con la loro fotografia. Accanto, lo spazio per morti più celebri, come quella del cantante pop o dello scrittore pluripremiato.
Restando in Svizzera, sul sito ch.ch è pubblicata una lista di controllo inerente alle molte pratiche amministrative da sbrigare alla morte di una persona. Una prima parte a cui fa seguito “Dal decesso a dopo il funerale” che contiene, invece, quanto occorre fare a sepoltura avvenuta. Si parte dal certificato di morte all’annuncio del decesso, dalla comunicazione ai congiunti, se la morte è avvenuta all’estero, all’organizzazione della cerimonia. Meno problemi si hanno, soprattutto in Ticino, per la scelta delle onoranze funebri: nel nostro cantone almeno il 90% di chi vive un lutto, fanno sapere le associazioni di categoria, sa già a chi rivolgersi. In Ticino sono circa una cinquantina le ditte che si occupano di morte, e lo fanno sempre più con un’attenzione particolare al singolo e ai suoi desideri... vitali (cfr. ‘laRegione’ 11 marzo e 1 aprile 2016).